21 milioni le vittime della schiavitù. Chi paga il conto di questo crimine? Nessuno. Quando comandi il mondo, come le multinazionali, oltre a decidere quale debba essere la linea politica ed economica della nazioni, puoi permetterti il lusso di non pagare per i crimini che commetti. Eppure sui libri di scuola abbiamo letto che lo schiavitù è stata abolita. Certo, infatti oggi si chiama schiavismo. A questo ci ha portati il modello capitalistico che ci ha trasformati in una società consumistica in cui anche noi comuni cittadini abbiamo la nostra parte di colpe. Perché poco importa se per il diamante che desideriamo, non per necessità vitale ma per ostentare uno status-symbol, tanti schiavi vengono costretti a lavorare nelle miniere ed a condurre una vita indegna. E così via con tutti gli altri beni che provengono da Paesi poveri in cui le multinazionali pagano meno di un dollaro al giorno sfruttando spesso anche il lavoro minorile.

Alle multinazionali la loro colpa di criminali. A noi la nostra di collaboratori. Nessuno è innocente. Tornando alle multinazionali, l’obiettivo primario è massimizzare il profitto ed abbassare il costo di produzione.
Ne sa qualcosa la Coca Cola, venuta alla ribalta dopo il caso di Rosarno (Calabria) grazie ad un’inchiesta fatta da The Ecologist e poi ripresa da The Independent (da notare che nessuna testata è italiana, i nostri giornalisti avevano senz’altro di meglio da fare). L’inchiesta ha reso noto come nel mezzogiorno la raccolta delle arance destinata alla produzione delle bibite del noto marchio avvenisse in condizioni di schiavitù per mano di migranti provenienti dall’Africa.
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