La mia libertà finisce ... dove incomincia la vostra.
Martin Luther King
L'egoismo viene comunemente ritenuto un "difetto".
Detto in altri termini, l'egoismo è un problema che riguarda il modo di
comportarsi. Nella maggior parte dei casi, si attribuisce l'egoismo a un
eccesso di amore per se stessi, un livello di amore tale da non lasciare spazio
a nessun'altra persona. Se la persona egoista pare, effettivamente,
interessarsi solo a se stessa, possiamo dire che si ama troppo?
Secondo Edgar Poe, per l'egoista "La grande sventura è
non poter essere solo". Fondamentalmente, l'egoista è preoccupato per se
stesso; le sue scelte, le attività, le sue relazioni convergono tutte verso
un'unica finalità: ricondurre tutto a se stesso, appropriandosi di ciò che gli
sembra piacevole; non tiene per nulla conto del mondo, né degli interessi
esterni, non si preoccupa per gli altri e si organizza la vita in modo da non
essere disturbato. Nel caso in cui entri in relazione con alcune persone, è
perché pensa di poterne ricavare qualcosa: popolarità, vantaggi, piacere, ecc.
Il piccolo mondo dell'egoista
L'egoista vive in un circolo chiuso; è come incapace di
vedere e di ascoltare ciò che non lo riguarda personalmente: lui è il mondo e
il resto non gli interessa!
È poco soddisfatto della vita che conduce e sta spesso da
solo (egoismo e "celibato esacerbato" vanno spesso a braccetto), sia
per scelta che per forza. Il meno che si possa dire dell'egoista è che tende a
trascurare il suo entourage!
Il rimprovero più frequentemente mosso agli egoisti è di
amare troppo loro stessi per poter amare gli altri. Ma, prima di affermare che
gli egoisti eccedono di amore per loro stessi, chiediamoci piuttosto se si
amano. E, in caso contrario, da dove scaturisce il fatto di non avere nessun
altro in mente tranne che loro stessi?
Le radici dell'egoismo e dell'amor proprio
Nel primissimo stadio della sua evoluzione, l'essere umano è
incentrato esclusivamente verso il soddisfacimento dei propri bisogni: essere
nutrito, accudito, consolato, stimolato. Si tratta di condizioni necessarie per
la sopravvivenza. È solo dopo aver acquisito un minimo di indipendenza che
l'essere umano si aprirà gradualmente a un ambiente sempre più vasto (dalla
madre alla famiglia, dalla famiglia all'asilo, e così via). Tuttavia, per fare
in modo che questa apertura progressiva verso l'esterno avvenga senza ostacoli,
è necessario che il bambino abbia ricevuto una quantità sufficiente di amore
per credere in se stesso e per amarsi. Solo così potrà iniziare a restituire
l'amore che ha ricevuto per primo. In caso contrario, il bambino può rimanere
bloccato a questo stadio in cui pare che il mondo intero converga verso di lui.
In altri termini, la persona egoista che si impossessa di
tutto per profitto personale non prova alcun piacere nello scambiare e nel
donare affetto. Questa persona non è colpita da un eccesso di amore per se
stessa, anzi, soffre esattamente per il motivo opposto. La sua avidità, il
bisogno impellente di strappare alla vita ciò che potrebbe ottenere
diversamente non sono certo il segno di un eccesso di amore verso se stessi, ma
quello di una difficoltà a credere in se stessi.
Non è l'amore per se stessi all'origine dell'egoismo, quanto piuttosto
l'attaccamento più o meno patologico a un'immagine superata di sé, quella del
"bambino meraviglioso" a cui non deve mai mancare nulla.
Dominique Pir
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