NELL'ERA DELL'INFORMAZIONE ............. L'IGNORANZA E' UNA SCELTA.
Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.
Benjamin Franklin

venerdì 10 febbraio 2012

Il clima è un mostro o i mostri siamo noi?

Marco Cedolin
In questa sorta di post modernismo decadente che permea la babelica cacofonia delle nostre giornate, i cortocircuiti logici ed i controsensi più non si contano, come foglie elicate sulle fronde degli alberi semplicemente fanno parte del paesaggio e non ci resta altra strada che quella di osservarli basiti, magari dopo averli conditi con un po’ d’ironia.
Il rapporto di belligeranza con il clima, ritenuto per molti versi un ferale nemico da combattere senza pietà, è senza dubbio indicativo del livello di scollamento ormai raggiunto fra l’uomo e l’ambiente in cui vive, nonché fra i fumi della fantasia e le coordinate della realtà.
Grazie alla complicità dell'informazione spazzatura, incline al sensazionalismo che si traduce in ascolti/lettori, ai ritmi sempre più ipercinetici del peregrinare umano e alla scomparsa del Cynar dalle nostre tavole, il clima è diventato qualcosa di drammatico che alligna sopra le nostre teste, in attesa del momento buono in cui stravolgere le nostre vite, sconvolgendo quei ritmi che rappresentano il dogma primo della società crescita e sviluppo.
Nel linguaggio giornalistico la pioggia e la neve, abbandonata la loro natura di fenomeni atmosferici facenti parte dei cicli stagionali, si sono trasformati in eventi catastrofici contro i quali occorre guerreggiare con furia belluina….
I temporali si sono trasformati in bombe d’acqua, le nevicate in apocalissi bianche, le irruzioni fredde in feroci invasioni del gelo e perfino gli anticicloni hanno assunto la connotazione di camere a gas dentro le quali asfissiare, respirando polveri fini ed ultra fini.
Così una nevicata, come quelle di questi giorni, cessa di essere spettacolo per anime candide, trasformando l’estasi dei bambinetti (e dei grandi) con il nasino all’insù e dei fotografi impegnati ad immortalare la natura che trasmuta ad arte, per diventare drammatica calamità, sciagura infinita, terribile catastrofe alla quale non si è saputo porre rimedio nei modi e nei tempi dovuti.
Abbiamo costruito una “civiltà” dove il cemento ha sostituito la terra ed incamerato i fiumi, milioni di forzati del pendolarismo necessitano di coprire quotidianamente centinaia di km in auto o in treno per riuscire in qualche modo a campare la famiglia, le città somigliano a mostri tentacolari vincolati all’imperativo del moto perpetuo.
Camion, auto, autobus e treni devono continuamente correre sui nastri d’asfalto e sulle rotaie, le ciminiere delle fabbriche devono garantire la produzione, le scuole restare aperte per adempiere alla loro funzione di nursery, le partite di calcio svolgersi la notte per tutelare i profitti delle pay tv, gli ingranaggi girare e girare, senza ghiacciarsi mai, perché il tempo è denaro ed il ghiaccio solo un ostacolo.
Non c’è tempo per nasi all’insù e occhi che si perdono sui panorami decorati dalla galaverna, non c’è tempo per essere, perché bisogna fare.
Spalate, rimuovete, caricate la neve sui tir e portatela in una discarica, salite sul treno del mattino e non appiccicatevi al finestrino che tanto non c’è nulla da vedere. 
Ancora un po’ di pazienza, il progetto di controllo del clima è quasi terminato e fra un po’ avremo vinto la battaglia. Pioverà e nevicherà quando e come decideremo noi, con buona pace dei nasi all’insù e della fantasia, ma grande aumento della produttività che in fondo rappresenta il nostro vero scopo nella vita.
fonte: il corrosivo

martedì 7 febbraio 2012

NEVICA E SCOPPIA LA GUERRA

di Gianni Tirelli
E’ dall’alba dei tempi che nevica, piove e tira vento, circostanze nella maggior parte dei casi accolte con favore e gioia. La gente se ne restava in casa al caldo del camino, e i bambini affascinati e incantati dalla magia delle neve, vivevano quel momento come unico, irripetibile e indimenticabile. I contadini ringraziavano il Cielo assaporando il meritato riposo.
Oggi ascoltando i telegiornali che trattano del tempo di questi ultimi giorni, si ha l’impressione che sia scoppiata una guerra. “Il gelo e la neve flagellano il paese!!”, si sente ripetere dalla voce sconsolata dei conduttori dei TG. Lamentele generalizzate, panico, il solito rimpallo di responsabilità, treni fermi in aperta campagna, ritardi impressionanti, spalatori di neve colpiti da infarto, traffico in tilt, tutto bloccato, si salvi chi può!! Il sindaco di Roma, della serie “i nani al potere”, incolpa la protezione civile rimembrando i bei tempi di Bertolaso e dei “bunga bunga” liberi! Distribuisce inoltre pale da neve dislocate in 4 punti strategici della città, raggiungibili in mongolfiera – ma quei pochi che si sono avventurati in una tale ricerca, affermano che di di queste benedette pale neanche l’ombra! Alcuni si lamentano per le condutture dell’acqua ghiacciate, altri per la mancanza di energia elettrica, e altri ancora, isolati dal mondo in qualche sperduto paesino di montagna, aspettano con rassegnazione l’arrivo della signora in nero con la falce.
Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere!! Ma i più incazzati, appartengono alla categoria dei comodi e abitudinari. Quelli a cui é saltato l’appuntamento con l’estetista o con la massaggiatrice tailandese – quelli che hanno fatto dello shopping uno stile di vita e pur di non stare in casa si darebbero al vagabondaggio – quelli senza la ricarica del cellulare che: “ohh Dio!! E adesso come farò???”