NELL'ERA DELL'INFORMAZIONE ............. L'IGNORANZA E' UNA SCELTA.
Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.
Benjamin Franklin

sabato 31 ottobre 2015

Vaccino epatite B: obbligatorio dal 1991 a seguito di una tangente e si continua a somministrare ai neonati

Le vaccinazioni obbligatorie in Italia sono 4: difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. Quanto all’epatite B, in Italia questo vaccino è obbligatorio dal maggio 1991, quando l’allora Ministro della Sanità, il poco “onorevole” De Lorenzo e l’allora responsabile del settore farmaceutico del ministero Duilio Poggiolini, intascarono dall’azienda Glaxo -SmithKline, unica produttrice del vaccino Engerix B, ben 600 milioni di lire per renderlo obbligatorio in Italia, nonostante l’assenza di sufficienti sperimentazioni.

Entrambi sono stati condannati in via definitiva con sentenza della Cassazione per questo e per altri reati. Interessante un passaggio ancora attuale: “avendo percepito somme da numerose case farmaceutiche, producendo un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica, determinata dalla violazione degli obblighi di servizio riferibili a ciascuno”.

“Le maggiori imprese farmaceutiche coinvolte” – si legge in un articolo del Corriere del 20 luglio 1996

http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/20/Processate_Poggiolini_co_8_9607203270.shtml

sono Glaxo, Inverni Della Beffa, Menarini, Lepetit, Pfizer, Sigma Tau, Poli, Chiesi. Gli imprenditori farmaceutici che hanno patteggiato la pena sono 20 versando complessivamente 14 miliardi e 800 milioni a titolo di risarcimento del danno”. Nulla in confronto a quello che hanno guadagnato.
Nonostante ciò, ancora oggi non si limita l’obbligatorietà di un vaccino per anni somministrato perentoriamente ai neonati a seguito di tangenti e corruzione.

Ciò che ci chiediamo è perché mai si debbano vaccinare i bambini al 3° mese di vita – con richiamo al 5° e 11° mese – (vedi calendario vaccinale 2012-2014 Ministero della Salute) per una malattia che si trasmette esclusivamente per via sanguigna da sangue infetto o per rapporto sessuale.
I bambini nati da madri infette sono invece sottoposti al vaccino anti Epatite B già alla nascita, con i successivi richiami. Non c’è possibilità che un neonato contragga questa malattia per via trasfusionale grazie ai controlli del sangue né, naturalmente per via sessuale! Allora la domanda è ovvia: perché vaccinare i neonati per l’Epatite B??

Andrebbero finalmente considerati i gravissimi rischi derivanti da questa vaccinazione: “100 volte più grande del rischio di epatite B” ha dichiarato, già nel 1999, la dott.ssa Jane Orient, presidente dell’Associazione dei medici e chirurghi americani, che ha testimoniato davanti alla Commissione di riforma del governo ricordando i 4600 dossier che additano la sclerosi a placche, la sindrome di Guillan-Barré, il lupus eritematoso, le nevriti ottiche, le poliartriti, pericarditi, uveiti posteriori, paralisi facciali, il lichen planus, oltre all’aumento inquietante dell’asma e del diabete insulino-dipendente, riferibili alla vaccinazione.

Secondo le linee guida di prevenzione americane CDC: A Guide to Action (1997), scritte da funzionari federali della sanità pubblica presso i Centri governativi degli Stati Uniti per il controllo delle malattie (CDC), “l’infezione da epatite B nella maggior parte dei casi si origina dall’uso di droga per via endovenosa (28%), rapporti eterosessuali con persone infette o partner multipli (22%) e l’attività omosessuale (9%) “. Inoltre secondo Principi di Medicina Interna di Harrison (1994), la trasmissione da madre a figlio del virus dell’epatite B “non è comune in Nord America e Europa occidentale”, e potrebbe essere facilmente diagnosticato senza per forza intossicare tutti i nuovi nati.

FONTE: http://www.nvic.org/nvic-archives/newsletter/untoldstory.aspx

Rischi gravi causati dal vaccino per l’epatite B

Arriva dalla Francia la notizia, poi ripresa dal blog di Eugenio Serravalle che informa del nuovo studio pediatrico francese condotto dall’équipe del prof. Marc Tardieu (servizio di Neuro pediatria, Ospedale di Bicetre al Kremlin-Bicetre), e pubblicato sulla rivista Neurology, che stabilisce il rapporto tra la vaccinazione pediatrica contro l’epatite B per mezzo dell’Engerix B (GlaxoSmithKline) e il rischio di demielinizzazione del sistema nervoso, in particolare di sclerosi a placche (SEP).

Già nel 1994, Lancet (vol 344) aveva denunciato il fatto che la vaccinazione contro l’epatite B potesse produrre il riacutizzarsi o lo scatenarsi di malattie auto-immuni, come la sclerosi multipla o la sindrome di Guillan-Barré.

Un altro studio dal titolo Il vaccino contro l’Epatite B induce la morte apoptotica nelle cellule Hepa 1–6 riferisce inoltre risultati paradossali, ossia che questo vaccino – nato presumibilmente allo scopo di proteggere il fegato – è responsabile dell’uccisione delle cellule del fegato. Nello specifico questo studio ha osservato in vivo l’effetto apoptotico (morte cellulare) causato dal vaccino contro l’epatite B nel fegato di topo.

Gli autori dello studio fanno chiaramente notare che la loro preoccupazione è concentrata sull’adiuvante, idrossido di alluminio, con implicazioni di vasta portata, poiché l’alluminio è abitualmente utilizzato nei vaccini dell’infanzia.

Ma gli studi scientifici che dimostrano la gravità di questo vaccino sono tantissimi, di seguito ne riportiamo alcuni altri:

Studio in vivo degli effetti del vaccino anti-epatite B sull’espressione dei geni, dell’infiammazione e del metabolismo. Questo studio pubblicato nel 2012 sulla rivista Mol Biol Rep e reperibile in PubMed, riferisce che “l’espressione di 144 geni nel fegato è stato profondamente modificato dopo 1 giorno della vaccinazione”.

Vaccino contro l’epatite B e problemi al fegato nei bambini americani di età inferiore a 6 anni, 1993 e 1994. Lo studio, pubblicato nel maggio 1999 su Epidemiology stabilisce che i bambini ai quali è stata somministrata la vaccinazione per l’epatite B hanno 2,57 volte maggiori probabilità di soffrire di problemi al fegato.

Iniezioni di idrossido di alluminio possono portare a deficit motori e degenerazione dei neuroni motori. Lo studio pubblicato nel 2009 su J Inorg Biochem.

Cassazione: Poggiolini e De Lorenzo risarciscano lo Stato per danno d’immagine

FONTE:

http://www.tuttosteopatia.it/nav/blog/b-discipline-complementari/intossicazioni-2/vaccino-epatite-b-obbligatorio-dal-1991-a-seguito-di-una-tangente-si-continua-a-somministrare-ai-neonati

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SALENTO: METANODOTTI E SCORIE NUCLEARI AL POSTO DEGLI ULIVI!







di Gianni Lannes Fonte www.sulatestagiannilannes.blogspot.it

Attenzione alle menzogne di Stato e della famigerata Unione europea che impone di tagliare gli ulivi del Salento. Renzi ed Emiliano, dove sono le analisi di tutti gli alberi d’ulivo del Salento? A proposito di Xylella fastidiosa, ecco la mappa ufficiale della regione Puglia. Ufficialmente, gran parte del territorio salentino sarebbe contaminato, ma di analisi ulivo per ulivo neanche l’ombra. In realtà, a tutt’oggi, non esiste la benché minima prova scientifica. La cosiddetta “infezione” è un contagio inventato a tavolino da chi comanda. Ma per far posto a cosa? Gasdotti sicuramente, ma anche l’ennesimo cimitero di scorie nucleari nazionali, definito impropriamente deposito. Interpellato direttamente in proposito, il presidente pro tempore Michele Emiliano, tace.

Italia depredata, usata come uno zerbino e il Mezzogiorno peggio ancora come discarica, grazie al favore di chi abusivamente bivacca a Palazzo Chigi, essendo stato imposto dal Napolitano ma non votato dal “popolo sovrano”.

L’Europa impone e comanda su dettato del potere economico: addio a natura, storia, archeologia, cultura e vita a dimensione umana, in un’antica terra del Sud. I tre tracciati del metanodotto Snam che collegheranno ilTrans-Adriatic Pipeline da Melendugno allo snodo di Mesagne, attraversano i territori su cui le autorità presumono di aver rinvenuto i maggiori focolai di Xylella fastidiosa, e su cui sono previsti gli abbattimenti più massicci a Veglie, Oria e Torchiarolo. Coincidenze? Tanto basta a far sorgere documentati dubbi sugli anomali disseccamenti per far tabula rasa rapidamente. Secondo la cronaca documentale, a tutt’oggi, non è stata ancora fornita una prova scientifica sulla reale presenza della Xylella. Piuttosto, l’argomento saltò fuori nell’ottobre 2010, in occasione di un convegno internazionale in Puglia e così il TAP che rifornirà di metano l’Europa dall’Azerbaigian, sacrificando la bellezza paesaggistica dell’Italia.

Il 20 maggio 2015 il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha firmato il Decreto di Autorizzazione Unica, abilitando la costruzione e l’esercizio dell’opera, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. I lavori inizieranno entro il 16 maggio 2016 e l’operatività dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Ecco perché con il pretesto della Xylella, si addormentano più in fretta le proteste popolari, spianando le selve di ulivi plurisecolari. Il ministro Orlando nel Salento ha dichiarato: «Tap e Xylella non sono questioni da mettere sullo stesso piano».

In provincia di Lecce 11 amministrazioni comunali e 35 tra associazioni e comitati si sono già schierate con il movimento No Tap, che protesta contro la costruzione dell’impianto. Tra emissioni, condotte, tunnel e terminal, secondo uno studio preparato da un gruppo di esperti coordinati dal professor Dino Borri, ordinario del Politecnico di Bari, rischia di mettere a rischio migliaia di ulivi, l’assetto idrogeologico della costa, una spiaggia e un’oasi protetta, senza parlare dell’ecosistema che vede, tra le specie a rischio, cetacei e tartarughe caretta caretta.


Dulcis in fundo: proprio il Salento è uno dei territori prescelti (insieme alla Sardegna e al Veneto) su cui il governo Renzi, eterodiretto dall’estero,intenderebbe costruire il cimitero nazionale di rifiuti radioattivi, in palese violazione della Convenzione europea di Aarhus, ratificata in Italia con la legge 108 del 2001. Che fare? Ribellione pacifica e resistenza. Proteggere concretamente il territorio, ed organizzare uno sciopero generale per non pagare più tasse inique a questo regime di fantocci e parassiti telecomandati.


Ma torniamo ai prevalenti e dominanti interessi stranieri sul gas naturale. TAP ha la propria sede centrale a Baar, in Svizzera, e uffici operativi in tutti i paesi attraversati dal gasdotto (Grecia, Albania e Italia). Gli azionisti attuali del progetto sono la norvegese Statoil (20%), l’inglese BP (20%) l’azera SOCAR (20%), la belga Fluxys (19%), la spagnola Enagás (16%), la svizzera Axpo (5%). TAP, insieme a TANAP (Trans Anatolian Pipeline che attraverserà da Est a Ovest la Turchia) e a SCP (South Caucasus Pipeline) è una delle infrastrutture di trasporto che apriranno il Corridoio Sud del Gas, consentendo l’accesso al mercato europeo delle gigantesche riserve di gas naturale dell’area del Mar Caspio. Il gas che TAP trasporterà appartiene al Consorzio Shah Deniz II, proprietario del gas proveniente dall’omonimo giacimento offshore azerbaigiano situato nel Mar Caspio a sud di Baku.

Il progetto è stato elaborato dalla EGL, ora denominata Axpo, società attiva soprattutto nel trading di elettricità, gas e prodotti finanziari energetici, che nel 2003 iniziò uno studio di fattibilità conclusosi nel 2006 con parere positivo circa la realizzabilità tecnica, economica e ambientale del gasdotto.

Il 28 giugno 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha selezionato TAP come progetto vincente per il trasporto del gas dell’Azerbaigian in Europa preferendolo al progetto concorrente Nabucco West. Il 19 settembre 2013 Enel, Hera, Shell, E.ON, Gas Natural Fenosa, Gdf Suez, Axpo, Bulgargaz e Depa hanno firmato a Baku con il Consorzio Shah Deniz II i contratti di fornitura per la più importante vendita nella storia del gas (130 miliardi di Euro). Il 17 dicembre 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha annunciato la Decisione Finale di Investimento per sviluppare il giacimento di Shah Deniz II e gli azionisti di TAP hanno confermato la Resolution to Construct per lo sviluppo e la realizzazione del progetto Trans Adriatic Pipeline. Ovviamente nessuna autorità e multinazionale ha interpellato prima, anzi mai, i cittadini della Puglia, soprattutto del Salento.

Il gasdotto partirà da Kipoi in Grecia. Sarà lungo 870 km circa, di cui 104 km offshore nel Mar Adriatico. L’altezza massima raggiunta sarà di circa 1.800 metri sulle catene montuose dell’Albania; la profondità massima sarà di circa 820 m. Sono previste 3 stazioni di compressione lungo il percorso (2 per la fase iniziale) e il diametro del tubo sarà di 48″ (1,22m) sul tratto a terra e di 42″ (1,07m) per il tratto marino. TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, una quantità pari a quella utile per coprire il fabbisogno di 7 milioni di famiglie.

L’Unione europea riconosce a TAP un ruolo importante nel raggiungimento dell’obiettivo di politica energetica per garantire la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico nell’Europa centrale e settentrionale. La Commissione Europea, il Parlamento e il Consiglio hanno assegnato a TAP lo status di Progetto di Interesse Comune (PCI), secondo le nuove linee guida TEN-E (Trans-European Energy infrastructure).

A settembre del 2014 il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di compatibilità ambientale, superando il parere negativo espresso dalla Regione Puglia e del Ministero dei Beni Culturali. Il parere positivo del Ministero dell’Ambiente, a valle di un’approfondita analisi delle alternative di circa 50 pagine, ha confermato che il sito migliore per l’approdo del gasdotto sulle coste salentine è San Foca, per il minor impatto ambientale e paesaggistico: «Valutato pertanto, per quanto sopra riportato circa l’approfondimento delle alternative, effettuato considerando ulteriori aree di indagine e parametri di valutazione così come richiesto durante la fase istruttoria, che l’ipotesi D1 (San Foca) risulta l’alternativa migliore sotto i profili tecnico, ambientale e paesaggistico. Si evidenzia che in questa alternativa la tecnologia del microtunnel permetterà di ridurre al minimo le interferenze con la fascia litoranea (potenziali impatti sul turismo, sul paesaggio e sull’ambiente)».

Il provvedimento del ministro Guidi abilita la costruzione e l’esercizio dell’opera, sostituendo ogni altro atto formale di assenso delle altre amministrazioni intervenute nel procedimento, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. Il decreto stabilisce infatti che i lavori dovranno iniziare entro il 16 maggio 2016 e l’operatività dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Il progetto, su cui è stata espressa la compatibilità ambientale con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare dell’11 settembre 2014, ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio dei Ministri il 29 aprile scorso, dopo un esame comparativo di tutti gli interessi coinvolti. Questi ultimi consistono, da una parte nella rilevanza energetica dell’opera ai fini della diversificazione degli approvvigionamenti, nella strategicità della stessa connessa all’attuazione dell’Accordo internazionale Grecia, Albania, Italia e nell’interesse comunitario alla sua realizzazione in quanto apertura di un nuovo corridoio di approvvigionamento dell’Unione Europea, e dall’altra nella tutela di una zona territoriale di rilevante valore per gli interessi ambientali e turistici, tenuto anche conto che il progetto ha avuto una istruttoria complessa, durata alcuni anni, che ne ha vagliato in maniera approfondita la compatibilità ambientale e di sicurezza».

riferimenti:

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/06/29/15A05031/sg
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-08-29/la-commissione-nazionale-via-autorizza-gasdotto-tap-salento-151134.shtml?uuid=AB3ekXoB&refresh_ce=1http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/per-i-media/comunicati-stampa/2032759-tap-ministro-guidi-firma-decreto-autorizzazione-unica-metanodotto

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/cimitero-nucleare-ecco-dove.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/xylella-fantasma-proteste-in-puglia.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=xylella

https://www.youtube.com/watch?v=KbljdOdISrg

https://www.youtube.com/watch?v=oomUQHFp81M

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/11/15A05365/sg;jsessionid=JQpFwMFY7evRFervOLZoYw__.ntc-as3-guri2a

http://www.regioni.it/inparlamento/2015/07/01/d-m-19-06-2015-xylella-misure-di-emergenza-per-prevenzione-controllo-ed-eradicazione-411319/

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=tap

IL DISERBANTE PIÙ USATO AL MONDO È CANCEROGENO ED È NEL 47% DELLE FALDE IN ITALIA


Lo afferma uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli interessi in gioco sono enormi. Milioni di agricoltori sono esposti direttamente all’uso del glifosato insieme alle centinaia di milioni di cittadini che consumano prodotti trattati con questo pesticida.
Cancro e malattie degenerative sono correlate proprio al glifosato che distrugge i recettori endocrini. 

UN PRODOTTO USATO DAGLI ANNI 70 E’ CANCEROGENO 

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che coordina gli studi in campo oncologico, ha classificato fra i probabili cancerogeni il glifosato: il diserbante più usato nel mondo. Scoperto negli anni Settanta e messo in commercio dalla Monsanto con il nome di Roundup, oggi – scaduto il brevetto – è usato nella preparazione di almeno 750 erbicidi destinati all’agricoltura, ma anche al giardinaggio e alla cura del verde pubblico. 

L’ITALIA E’ IL MAGGIOR CONSUMATORE DI PESTICIDI 

Il nostro Paese è – secondo un rapporto dell’Ispra del febbraio 2015 – è il maggiore consumatore tra quelli dell’Europa occidentale di pesticidi per unità di superficie coltivata, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molto alto anche il numero delle sostanze di cui si trovano importanti tracce nelle acque: 175 tipologie di pesticidi nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e di 118 del biennio 2007-2008. E le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono ilglifosato e i suoi metaboliti, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina. 

L’ERBICIDA PIU’ USATO AL MONDO 

Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo. Dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte solo negli Stati Uniti. Oggi, inoltre, è il fitofarmaco più collegato alle coltivazioni OGM. Per questo Monsanto, la multinazionale che lo produce sotto il marchio commerciale di RoundUp, ha definito il rapporto dello IARC (che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) “scienza spazzatura” e pochi giorni fa ha chiesto all’Organizzazione mondiale per la sanità il ritiro del rapporto. 

LA SITUAZIONE IN ITALIA 

Il contatto con il pesticida può avvenire con l’aria, nelle zone in cui viene usato, o con il cibo, su cui possono rimanere residui. Il più recenteRapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’Ispra ha messo in evidenza inoltre il problema dei residui nelle acque italiane, sia superficiali che sotterranee. Su 1.469 punti di monitoraggio delle acque superficiali, il 17,2% ha mostrato concentrazioni superiori ai limiti e presente nel 47% dei campioni

Togliamo questo veleno dai nostri supermercati. Lo Iarc non ha potere normativo, ora sta agli enti nazionali ed europei disporre le limitazioni ritenute necessarie per proteggere la salute di tutti. Alcuni nazioni si stanno già muovendo. Diffondiamo la notizia: i nostri produttori devono saperlo, per il loro e nostro bene. E’ attiva questa petizione contro il glifosato, con più di un milione e mezzo di firme.