NELL'ERA DELL'INFORMAZIONE ............. L'IGNORANZA E' UNA SCELTA.
Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza. Benjamin Franklin
martedì 24 novembre 2015
IRAN,COREA DEL NORD E SIRIA SONO I PAESI CHE MANCANO AI ROTHSCHILD PER IL DOMINIO GLOBALE!

Rothschild è una famiglia di banchieri molto nota e facoltosa del XIX secolo, di origine Ashkenazi, che attraverso le sue sedi di Vienna, Parigi, Londra, Napoli e Francoforte controllava più o meno direttamente le politiche dei paesi che finanziava.
La famiglia Rothschild sta lentamente ma inesorabilmente fondando Banche Centrali che hanno la loro sede in ogni paese del mondo, dando loro quantità incredibile di ricchezza e potere. Nell’anno 2000 ci sono stati sette paesi senza una proprietà Rothschild Banca Centrale: Afghanistan, Iraq, Sudan, Siria, Libia, Cuba, Nord Corea, Iran. E’ non è una coincidenza che questi paesi sopra elencati, sono stati e sono tuttora sotto attacco da parte dei media occidentali, dal momento che una delle ragioni principali per cui questi paesi sono stati sotto attacco, in primo luogo perché non hanno ancora un Rothschild di proprietà della Banca Centrale.
Il primo passo per stabilire se un paese può avere una Banca Centrale è quello di farli accettare un prestito scandaloso, che pone il paese in debito della Banca Centrale e sotto il controllo dei Rothschild. Se il paese non accetta il prestito, il leader di questo paese sarà assassinato e un leader Rothschild allineato sarà messo in posizione, e se l’omicidio non funziona, il paese sarà invaso per avere un’Istituto bancario Centrale, ottenendo così con la forza, sotto il nome di terrorismo. Le banche centrali sono create illegalmente e sono private, dove la famiglia di banchieri Rothschild hanno lo zampino. Il fondatore della famiglia è nato più di 230 anni fa (Mayer Amschel Rothschild 1743-1812) e scivolò piano piano sulla strada in ogni paese di questo pianeta, minacciato ogni leader e governi d’ogni parte del mondo, con la morte fisica, economica e distruzione, per poi piazzare su ogni popolo, queste banche centrali, per controllare e gestire il portafoglio di ciascun paese. Peggio ancora, i Rothschild controllano anche le macchinazioni di ogni governo, a livello macro, fregandosene delle vicende quotidiane delle vite individuali di ogni popolo.
Gli attacchi dell’11 settembre sono stati un lavoro interno per poter invadere l’Afghanistan e Iraq per stabilire poi una Banca Centrale in questi paesi, insieme al petrolio e all’oppio. A partire dal 2003, tuttavia, Afghanistan e Iraq sono stati inghiottiti dalla piovra Rothschild; dal 2011 la stessa sorte è toccata a Sudan e Libia. In Libia una banca dei Rothschild è stata istituita a Bengasi mentre ancora imperversava la guerra.
Il 9 luglio 2011 il Sud Sudan è diventato la 193.ma nazione del mondo. Ciò che è stata la più lunga guerra civile dell’Africa, alla fine terminò quando il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, sotto pressione, cedette la parte meridionale del suo paese ai vampiri bancari del FMI/Banca Mondiale, dopo un conflitto che ha lasciato più di 2 milioni di morti. Pochi giorni dopo essersi dichiarata nazione sovrana, la società petrolifera statale del Sud Sudan, la Nilepet, costituiva una joint venture con la Glencore International Plc., per commercializzare il suo petrolio. Glencore è controllata dai Rothschild. La joint venture sarà la PetroNile, con il 51 per cento controllato da Nilepet e il 49 per cento dalla Glencore.
Il nuovo presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha firmato una legge che istituisce formalmente la Banca Centrale del Sud Sudan. Il Sudan è uno dei cinque paesi – insieme a Cuba, Corea del Nord, Siria e Iran – la cui banca centrale non è sotto il controllo del cartello delle otto famiglie di banchieri guidate dai Rothschild. Non è dunque un caso che la moneta di questo nuovo feudo petrolifero dei Rothschild, si chiami sterlina del Sud Sudan.
I paesi lasciati soli nel 2011 senza una banca centrale di proprietà della famiglia Rothschild sono: Sudan del Nord, Siria, Cuba, Corea del Nord ed Iran. Dopo le proteste ed istigazioni con le rivolte nei paesi arabi, i Rothschild hanno la strada spianata per stabilire anche là delle banche centrali, e sbarazzarsi di quei leaders, con forte carisma verso i loro popoli. Proprio questi paesi, se ci fate caso, vengono fatti passare dai media come gli ultimi stati “cattivi” che i “buoni” americani devono distruggere per fondare la democrazia e la libertà. Basta fare qualche ricerca per capire facilmente che gli Stati Uniti sono lo stato più autoritario presente al momento, vedete gli articoli nelle categorie “Controllo Globale” e “Finta Democrazia”.
AGGIORNAMENTO: A seguito di ulteriori approfondimenti ho trovato opinioni discordanti sull’effettiva appartenza della Banca Centrale d’Islanda (vedi: Iceland Says Goodbye To Rothschild e Iceland’s Viking Victory over the Banksters) e del Brasile (vedi: Only 3 countries left w/o ROTHSCHILD Central Bank!) alla famiglia Rothschild
Ecco lo spaventoso potere della famiglia ROTHSCHILD in the World:
L’elenco delle loro proprietà
Albania: Bank of Albania
Algeria: Bank of Algeria
Argentina: Central Bank of Argentina
Armenia: Central Bank of Armenia
Aruba: Central Bank of Aruba
Australia: Reserve Bank of Australia
Austria: Austrian National Bank
Azerbaijan: National Bank of Azerbaijan
Bahamas: Central Bank of The Bahamas
Bahrain: Bahrain Monetary Agency
Bangladesh: Bangladesh Bank
Barbados: Central Bank of Barbados
Belarus: National Bank of the Republic of Belarus
Belgium: National Bank of Belgium
Belize: Central Bank of Belize
Bermuda: Bermuda Monetary Authority
Bhutan: Royal Monetary Authority of Bhutan
Benin: Central Bank of West African States (BCEAO)
Bolivia: Central Bank of Bolivia
Bosnia: Central Bank of Bosnia and Herzegovina
Botswana: Bank of Botswana
Brazil: Central Bank of Brazil
Bulgaria: Bulgarian National Bank
Burkina Faso: Central Bank of West African States (BCEAO)
Cameroon: Bank of Central African States
Canada: Bank of Canada – Banque du Canada
Cayman Islands: Cayman Islands Monetary Authority
Central African Republic: Bank of Central African States
Chad: Bank of Central African States
Chile: Central Bank of Chile
China: The People’s Bank of China
Colombia: Bank of the Republic
Congo: Bank of Central African States
Costa Rica: Central Bank of Costa Rica
Coste d’Ivoire: Central Bank of West African States (BCEAO)
Croatia: Croatian National Bank
Cyprus: Central Bank of Cyprus
Czech Republic: Czech National Bank
Denmark: National Bank of Denmark
Dominican Republic: Central Bank of the Dominican Republic
East Caribbean area: Eastern Caribbean Central Bank
Ecuador: Central Bank of Ecuador
Egypt: Central Bank of Egypt
El Salvador: Central Reserve Bank of El Salvador
Equatorial Guinea: Bank of Central African States
Estonia: Bank of Estonia
Ethiopia: National Bank of Ethiopia
European Union: European Central Bank
Fiji: Reserve Bank of Fiji
Finland: Bank of Finland
France: Bank of France
Gabon: Bank of Central African States
The Gambia: Central Bank of The Gambia
Georgia: National Bank of Georgia
Germany: Deutsche Bundesbank
Ghana: Bank of Ghana
Greece: Bank of Greece
Guatemala: Bank of Guatemala
Guinea Bissau: Central Bank of West African States (BCEAO)
Guyana: Bank of Guyana
Haiti: Central Bank of Haiti
Honduras: Central Bank of Honduras
Hong Kong: Hong Kong Monetary Authority
Hungary: Magyar Nemzeti Bank
Iceland: Central Bank of Iceland
India: Reserve Bank of India
Indonesia: Bank Indonesia
Iraq: Central Bank of Iraq
Ireland: Central Bank and Financial Services Authority of Ireland
Israel: Bank of Israel
Italy: Bank of Italy
Jamaica: Bank of Jamaica
Japan: Bank of Japan
Jordan: Central Bank of Jordan
Kazakhstan: National Bank of Kazakhstan
Kenya: Central Bank of Kenya
Korea: Bank of Korea
Kuwait: Central Bank of Kuwait
Kyrgyzstan: National Bank of the Kyrgyz Republic
Latvia: Bank of Latvia
Lebanon: Central Bank of Lebanon
Lesotho: Central Bank of Lesotho
Libya: Central Bank of Libya
Lithuania: Bank of Lithuania
Luxembourg: Central Bank of Luxembourg
Macao: Monetary Authority of Macao
Macedonia: National Bank of the Republic of Macedonia
Madagascar: Central Bank of Madagascar
Malaysia: Central Bank of Malaysia
Malawi: Reserve Bank of Malawi
Mali: Central Bank of West African States (BCEAO)
Malta: Central Bank of Malta
Mauritius: Bank of Mauritius
Mexico: Bank of Mexico
Moldova: National Bank of Moldova
Mongolia: Bank of Mongolia
Morocco: Bank of Morocco
Mozambique: Bank of Mozambique
Namibia: Bank of Namibia
Nepal: Central Bank of Nepal
Netherlands: Netherlands Bank
Netherlands Antilles: Bank of the Netherlands Antilles
New Zealand: Reserve Bank of New Zealand
Nicaragua: Central Bank of Nicaragua
Niger: Central Bank of West African States (BCEAO)
Nigeria: Central Bank of Nigeria
Norway: Central Bank of Norway
Oman: Central Bank of Oman
Pakistan: State Bank of Pakistan
Papua New Guinea: Bank of Papua New Guinea
Paraguay: Central Bank of Paraguay
Peru: Central Reserve Bank of Peru
Philippines: Bangko Sentral ng Pilipinas
Poland: National Bank of Poland
Portugal: Bank of Portugal
Qatar: Qatar Central Bank
Romania: National Bank of Romania
Russia: Central Bank of Russia
Rwanda: National Bank of Rwanda
San Marino: Central Bank of the Republic of San Marino
Samoa: Central Bank of Samoa
Saudi Arabia: Saudi Arabian Monetary Agency
Senegal: Central Bank of West African States (BCEAO)
Serbia: National Bank of Serbia
Seychelles: Central Bank of Seychelles
Sierra Leone: Bank of Sierra Leone
Singapore: Monetary Authority of Singapore
Slovakia: National Bank of Slovakia
Slovenia: Bank of Slovenia
Solomon Islands: Central Bank of Solomon Islands
South Africa: South African Reserve Bank
Spain: Bank of Spain
Sri Lanka: Central Bank of Sri Lanka
South Sudan: Bank of South Sudan
Surinam: Central Bank of Suriname
Swaziland: The Central Bank of Swaziland
Sweden: Sveriges Riksbank
Switzerland: Swiss National Bank
Tajikistan: National Bank of the Republic of Tajikistan
Tanzania: Bank of Tanzania
Thailand: Bank of Thailand
Togo: Central Bank of West African States (BCEAO)
Tonga: National Reserve Bank of Tonga
Trinidad and Tobago: Central Bank of Trinidad and Tobago
Tunisia: Central Bank of Tunisia
Turkey: Central Bank of the Republic of Turkey
Uganda: Bank of Uganda
Ukraine: National Bank of Ukraine
United Arab Emirates: Central Bank of United Arab Emirates
United Kingdom: Bank of England
United States: Board of Governors of the Federal Reserve System (Washington)
Federal Reserve Bank of New York
Uruguay: Central Bank of Uruguay
Vanuatu: Reserve Bank of Vanuatu
Venezuela: Central Bank of Venezuela
Yemen: Central Bank of Yemen
Zambia: Bank of Zambia
Zimbabwe: Reserve Bank of Zimbabwe
Fonti
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread853902/pg1
http://www.brotherjohnf.com/forum/Thread-The-Rothschild-s-are-telling-us-something
http://apocalisselaica.net/varie/miti-misteri-e-poteri-occulti/la-famiglia-piu-potente-del-mondo-i-rothschild
http://italian.irib.ir/analisi/commenti/item/114963-i-rothschild-mettono-le-mani-sul-petrolio-del-sud-sudan
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-i-rothschild-mettono-le-mani-sul-petrolio-del-sud-sudan-111514813.html
Tratto da http://dionidream.wordpress.com/2013/01/30/solo-5-paesi-mancano-ai-rothschild-dove-fondare-una-banca-centrale/
La famiglia Rothschild sta lentamente ma inesorabilmente fondando Banche Centrali che hanno la loro sede in ogni paese del mondo, dando loro quantità incredibile di ricchezza e potere. Nell’anno 2000 ci sono stati sette paesi senza una proprietà Rothschild Banca Centrale: Afghanistan, Iraq, Sudan, Siria, Libia, Cuba, Nord Corea, Iran. E’ non è una coincidenza che questi paesi sopra elencati, sono stati e sono tuttora sotto attacco da parte dei media occidentali, dal momento che una delle ragioni principali per cui questi paesi sono stati sotto attacco, in primo luogo perché non hanno ancora un Rothschild di proprietà della Banca Centrale.
Il primo passo per stabilire se un paese può avere una Banca Centrale è quello di farli accettare un prestito scandaloso, che pone il paese in debito della Banca Centrale e sotto il controllo dei Rothschild. Se il paese non accetta il prestito, il leader di questo paese sarà assassinato e un leader Rothschild allineato sarà messo in posizione, e se l’omicidio non funziona, il paese sarà invaso per avere un’Istituto bancario Centrale, ottenendo così con la forza, sotto il nome di terrorismo. Le banche centrali sono create illegalmente e sono private, dove la famiglia di banchieri Rothschild hanno lo zampino. Il fondatore della famiglia è nato più di 230 anni fa (Mayer Amschel Rothschild 1743-1812) e scivolò piano piano sulla strada in ogni paese di questo pianeta, minacciato ogni leader e governi d’ogni parte del mondo, con la morte fisica, economica e distruzione, per poi piazzare su ogni popolo, queste banche centrali, per controllare e gestire il portafoglio di ciascun paese. Peggio ancora, i Rothschild controllano anche le macchinazioni di ogni governo, a livello macro, fregandosene delle vicende quotidiane delle vite individuali di ogni popolo.
Gli attacchi dell’11 settembre sono stati un lavoro interno per poter invadere l’Afghanistan e Iraq per stabilire poi una Banca Centrale in questi paesi, insieme al petrolio e all’oppio. A partire dal 2003, tuttavia, Afghanistan e Iraq sono stati inghiottiti dalla piovra Rothschild; dal 2011 la stessa sorte è toccata a Sudan e Libia. In Libia una banca dei Rothschild è stata istituita a Bengasi mentre ancora imperversava la guerra.
Il 9 luglio 2011 il Sud Sudan è diventato la 193.ma nazione del mondo. Ciò che è stata la più lunga guerra civile dell’Africa, alla fine terminò quando il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, sotto pressione, cedette la parte meridionale del suo paese ai vampiri bancari del FMI/Banca Mondiale, dopo un conflitto che ha lasciato più di 2 milioni di morti. Pochi giorni dopo essersi dichiarata nazione sovrana, la società petrolifera statale del Sud Sudan, la Nilepet, costituiva una joint venture con la Glencore International Plc., per commercializzare il suo petrolio. Glencore è controllata dai Rothschild. La joint venture sarà la PetroNile, con il 51 per cento controllato da Nilepet e il 49 per cento dalla Glencore.
Il nuovo presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha firmato una legge che istituisce formalmente la Banca Centrale del Sud Sudan. Il Sudan è uno dei cinque paesi – insieme a Cuba, Corea del Nord, Siria e Iran – la cui banca centrale non è sotto il controllo del cartello delle otto famiglie di banchieri guidate dai Rothschild. Non è dunque un caso che la moneta di questo nuovo feudo petrolifero dei Rothschild, si chiami sterlina del Sud Sudan.
I paesi lasciati soli nel 2011 senza una banca centrale di proprietà della famiglia Rothschild sono: Sudan del Nord, Siria, Cuba, Corea del Nord ed Iran. Dopo le proteste ed istigazioni con le rivolte nei paesi arabi, i Rothschild hanno la strada spianata per stabilire anche là delle banche centrali, e sbarazzarsi di quei leaders, con forte carisma verso i loro popoli. Proprio questi paesi, se ci fate caso, vengono fatti passare dai media come gli ultimi stati “cattivi” che i “buoni” americani devono distruggere per fondare la democrazia e la libertà. Basta fare qualche ricerca per capire facilmente che gli Stati Uniti sono lo stato più autoritario presente al momento, vedete gli articoli nelle categorie “Controllo Globale” e “Finta Democrazia”.
AGGIORNAMENTO: A seguito di ulteriori approfondimenti ho trovato opinioni discordanti sull’effettiva appartenza della Banca Centrale d’Islanda (vedi: Iceland Says Goodbye To Rothschild e Iceland’s Viking Victory over the Banksters) e del Brasile (vedi: Only 3 countries left w/o ROTHSCHILD Central Bank!) alla famiglia Rothschild
Ecco lo spaventoso potere della famiglia ROTHSCHILD in the World:
L’elenco delle loro proprietà
Albania: Bank of Albania
Algeria: Bank of Algeria
Argentina: Central Bank of Argentina
Armenia: Central Bank of Armenia
Aruba: Central Bank of Aruba
Australia: Reserve Bank of Australia
Austria: Austrian National Bank
Azerbaijan: National Bank of Azerbaijan
Bahamas: Central Bank of The Bahamas
Bahrain: Bahrain Monetary Agency
Bangladesh: Bangladesh Bank
Barbados: Central Bank of Barbados
Belarus: National Bank of the Republic of Belarus
Belgium: National Bank of Belgium
Belize: Central Bank of Belize
Bermuda: Bermuda Monetary Authority
Bhutan: Royal Monetary Authority of Bhutan
Benin: Central Bank of West African States (BCEAO)
Bolivia: Central Bank of Bolivia
Bosnia: Central Bank of Bosnia and Herzegovina
Botswana: Bank of Botswana
Brazil: Central Bank of Brazil
Bulgaria: Bulgarian National Bank
Burkina Faso: Central Bank of West African States (BCEAO)
Cameroon: Bank of Central African States
Canada: Bank of Canada – Banque du Canada
Cayman Islands: Cayman Islands Monetary Authority
Central African Republic: Bank of Central African States
Chad: Bank of Central African States
Chile: Central Bank of Chile
China: The People’s Bank of China
Colombia: Bank of the Republic
Congo: Bank of Central African States
Costa Rica: Central Bank of Costa Rica
Coste d’Ivoire: Central Bank of West African States (BCEAO)
Croatia: Croatian National Bank
Cyprus: Central Bank of Cyprus
Czech Republic: Czech National Bank
Denmark: National Bank of Denmark
Dominican Republic: Central Bank of the Dominican Republic
East Caribbean area: Eastern Caribbean Central Bank
Ecuador: Central Bank of Ecuador
Egypt: Central Bank of Egypt
El Salvador: Central Reserve Bank of El Salvador
Equatorial Guinea: Bank of Central African States
Estonia: Bank of Estonia
Ethiopia: National Bank of Ethiopia
European Union: European Central Bank
Fiji: Reserve Bank of Fiji
Finland: Bank of Finland
France: Bank of France
Gabon: Bank of Central African States
The Gambia: Central Bank of The Gambia
Georgia: National Bank of Georgia
Germany: Deutsche Bundesbank
Ghana: Bank of Ghana
Greece: Bank of Greece
Guatemala: Bank of Guatemala
Guinea Bissau: Central Bank of West African States (BCEAO)
Guyana: Bank of Guyana
Haiti: Central Bank of Haiti
Honduras: Central Bank of Honduras
Hong Kong: Hong Kong Monetary Authority
Hungary: Magyar Nemzeti Bank
Iceland: Central Bank of Iceland
India: Reserve Bank of India
Indonesia: Bank Indonesia
Iraq: Central Bank of Iraq
Ireland: Central Bank and Financial Services Authority of Ireland
Israel: Bank of Israel
Italy: Bank of Italy
Jamaica: Bank of Jamaica
Japan: Bank of Japan
Jordan: Central Bank of Jordan
Kazakhstan: National Bank of Kazakhstan
Kenya: Central Bank of Kenya
Korea: Bank of Korea
Kuwait: Central Bank of Kuwait
Kyrgyzstan: National Bank of the Kyrgyz Republic
Latvia: Bank of Latvia
Lebanon: Central Bank of Lebanon
Lesotho: Central Bank of Lesotho
Libya: Central Bank of Libya
Lithuania: Bank of Lithuania
Luxembourg: Central Bank of Luxembourg
Macao: Monetary Authority of Macao
Macedonia: National Bank of the Republic of Macedonia
Madagascar: Central Bank of Madagascar
Malaysia: Central Bank of Malaysia
Malawi: Reserve Bank of Malawi
Mali: Central Bank of West African States (BCEAO)
Malta: Central Bank of Malta
Mauritius: Bank of Mauritius
Mexico: Bank of Mexico
Moldova: National Bank of Moldova
Mongolia: Bank of Mongolia
Morocco: Bank of Morocco
Mozambique: Bank of Mozambique
Namibia: Bank of Namibia
Nepal: Central Bank of Nepal
Netherlands: Netherlands Bank
Netherlands Antilles: Bank of the Netherlands Antilles
New Zealand: Reserve Bank of New Zealand
Nicaragua: Central Bank of Nicaragua
Niger: Central Bank of West African States (BCEAO)
Nigeria: Central Bank of Nigeria
Norway: Central Bank of Norway
Oman: Central Bank of Oman
Pakistan: State Bank of Pakistan
Papua New Guinea: Bank of Papua New Guinea
Paraguay: Central Bank of Paraguay
Peru: Central Reserve Bank of Peru
Philippines: Bangko Sentral ng Pilipinas
Poland: National Bank of Poland
Portugal: Bank of Portugal
Qatar: Qatar Central Bank
Romania: National Bank of Romania
Russia: Central Bank of Russia
Rwanda: National Bank of Rwanda
San Marino: Central Bank of the Republic of San Marino
Samoa: Central Bank of Samoa
Saudi Arabia: Saudi Arabian Monetary Agency
Senegal: Central Bank of West African States (BCEAO)
Serbia: National Bank of Serbia
Seychelles: Central Bank of Seychelles
Sierra Leone: Bank of Sierra Leone
Singapore: Monetary Authority of Singapore
Slovakia: National Bank of Slovakia
Slovenia: Bank of Slovenia
Solomon Islands: Central Bank of Solomon Islands
South Africa: South African Reserve Bank
Spain: Bank of Spain
Sri Lanka: Central Bank of Sri Lanka
South Sudan: Bank of South Sudan
Surinam: Central Bank of Suriname
Swaziland: The Central Bank of Swaziland
Sweden: Sveriges Riksbank
Switzerland: Swiss National Bank
Tajikistan: National Bank of the Republic of Tajikistan
Tanzania: Bank of Tanzania
Thailand: Bank of Thailand
Togo: Central Bank of West African States (BCEAO)
Tonga: National Reserve Bank of Tonga
Trinidad and Tobago: Central Bank of Trinidad and Tobago
Tunisia: Central Bank of Tunisia
Turkey: Central Bank of the Republic of Turkey
Uganda: Bank of Uganda
Ukraine: National Bank of Ukraine
United Arab Emirates: Central Bank of United Arab Emirates
United Kingdom: Bank of England
United States: Board of Governors of the Federal Reserve System (Washington)
Federal Reserve Bank of New York
Uruguay: Central Bank of Uruguay
Vanuatu: Reserve Bank of Vanuatu
Venezuela: Central Bank of Venezuela
Yemen: Central Bank of Yemen
Zambia: Bank of Zambia
Zimbabwe: Reserve Bank of Zimbabwe
Fonti
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread853902/pg1
http://www.brotherjohnf.com/forum/Thread-The-Rothschild-s-are-telling-us-something
http://apocalisselaica.net/varie/miti-misteri-e-poteri-occulti/la-famiglia-piu-potente-del-mondo-i-rothschild
http://italian.irib.ir/analisi/commenti/item/114963-i-rothschild-mettono-le-mani-sul-petrolio-del-sud-sudan
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-i-rothschild-mettono-le-mani-sul-petrolio-del-sud-sudan-111514813.html
Tratto da http://dionidream.wordpress.com/2013/01/30/solo-5-paesi-mancano-ai-rothschild-dove-fondare-una-banca-centrale/
IL PROF.DI BELLA: LE MULTINAZIONALI MANIPOLANO LA SANITA’, E’ FINITA LA LIBERTÀ DI CURA E DI RICERCA!

In questi giorni è emersa in tutta la sua gravità l’estensione della corruzione delle istituzioni sanitarie prevalentemente oncologiche con 22 indagati.
In Italia la lottizzazione politica della sanità si estende dal portantino al primario, essendo ogni ASL un centro di potere, una riserva di voti di scambio, clientelari, di consistenti fatturati.
LE MULTINAZIONALI MANIPOLANO LA SANITA’
I rapporti con le multinazionali sono sempre più stretti. Uno degli aspetti globali più gravi è l’ormai noto e da più parti denunciato meccanismo con cui viene chiaramente manipolato dalle multinazionali l’Impact Factor (criterio di valutazione di una rivista scientifica , paragonabile al rating in finanza). Con queste stesse finalità è stata creata, un’entità dogmatica sovranazionale, la cosiddetta “Comunità scientifica”. E’ sufficiente leggere le dichiarazioni del Nobel per la medicina Scheckman, su riviste scientifiche ai primissimi posti dall’Impact Factor, come Science, ecc, egli… dichiara che “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera ma in mano ad una cerchia ristretta” la cosiddetta “Comunità scientifica”
ALMENO IL 50% DEI DATI MEDICI E’ CORROTTO
Il riferimento delle istituzionali sanitarie alla tanto celebrata “Comunità scientifica” è continuo, essa pontifica con giudizio infallibile, ma è ormai talmente inquinata, da aver falsificato almeno il 50% del dato scientifico. Questa realtà, è stata documentata da Richard Horton, caporedattore del Lancet, una delle più prestigiose riviste mondiali di medicina, che ha dichiarato: “Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso il buio.”.
Anche Marcia Angell, per 20 anni caporedattore di un’altra delle massime testate scientifiche internazionali, il New England Medical Journal (NEMJ), ha dichiarato: “Semplicemente, non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata“.
Una dichiarazione da valutare con la massima attenzione, per la competenza, l’esperienza e la cultura, il livello scientifico della Prof Angel, che come Il Prof Horton, per anni ha revisionato la letteratura scientifica internazionale. Premi Nobel e caporedattori delle massime testate medico scientifiche mondiali non sono complottisti, ma le rare, forse ultime, voci che all’onestà intellettuale associano una grande cultura e rilevanti meriti scientifici.
LE EVIDENZE SCIENTIFICHE CHE NON ARRICCHISCONO NON SONO PUBBLICATE
Una rilevante quantità di evidenze scientifiche, cioè di dati scientifici definitivamente acquisiti, certificati, incontestabili, non sono trasferiti nella clinica, non sono inseriti nei “prontuari”, nelle “linee guida”, nei “protocolli”. Per questo, malgrado una vastissima e autorevole letteratura dimostri quanto la proliferazione cellulare tumorale sia strettamente dipendente dall’interazione tra PRL (Prolattina) eGH (ormone della crescita), e da fattori di crescita GH dipendenti, né il suo antidoto naturale, la Somatostatina, né gli inibitori prolattinici, sono inseriti come antitumorali nei prontuari, in quanto produrrebbero se non un crollo, un grave ridimensionamento dei fatturati oncologici.
Numerosi e documentati studi certificano l’efficacia antitumorale dellasomatostatina, in sinergismo con inibitori prolattinici, e altri componenti del Metodo Di Bella come Melatonina, soluzione di Retinoidi in Vitamina E ,evitamina D3, che hanno un ruolo ed un’efficacia determinante e documentata nella terapia e in quella prevenzione dei tumori che non sanno e/o non vogliono attuare.
IL MEDICO E’ OBBLIGATO A SOTTOSTARE AL NUOVO REGOLAMENTO
Il programma di azzeramento della libertà del medico di prescrivere secondo le evidenze scientifiche sta ormai rapidamente concludendosi, come chiaramente evidenziato dal nuovo codice deontologico che blocca definitivamente la libertà di prescrivere secondo scienza e coscienza, penalizza gravemente ogni medico che non si attenga scrupolosamente ai loro dictat terapeutici, indipendentemente dai risultati ottenuti sul paziente, dando ampie coperture medico legali ai medici responsabili di eventi anche gravi, fino alla morte, se questi medici si sono attenuti al prontuario. Essendo ormai evidente questo disegno, stanno manifestandosi le prime reazioni: alcuni ordini dei medici, tra cui quello di Bologna, hanno respinto e contestato questa umiliazione della dignità del medico, e il sovvertimento del millenario codice etico di comportamento del medico. Questo disegno è completato dalla fine programmata della libertà di ricerca scientifica, codificata nel decreto legge N° 158 del 13 sett. 2012 e nella legge N° 189 del 8 nov. 2012.
E’ FINITA LA LIBERTA’ DI CURA E DI RICERCA
Sono previste gravissime sanzioni disciplinari e pecuniarie ai ricercatori che, come il Prof. Di Bella, senza il benestare di comitati etici, intraprendano studi clinici e ricerche scientifiche, anche se in autonomia e autofinanziati. In pratica con questi decreti è finita la libertà non solo di cura ma di ricerca. Hanno creato le condizioni per cui solo le multinazionali saranno autorizzare a finanziare studi clinici finalizzati alla registrazione di farmaci con procedure di cui si conoscono e sono stati denunciati gli espedienti e trucchi statistici per arrivare comunque alla registrazione e relativo fatturato (vedi denunce dei Prof Angell , Horton,e del Nobel Scheckmann ).
I progressi ottenuti dal Prof. Di Bella nella cura dei tumori conosciuti dal pubblico, avevano portato nel 1997 e 98, ad una mobilitazione della gente. Sotto la pressione dell’opinione pubblica nel 1998, fu approvata la cosiddetta “legge Di Bella” (articolo 3, comma 2 D.L. n. 17 del 23 febbraio 98, conv. con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94), che consentiva al medico di prescrivere al di fuori dei vincoli burocratici ministeriali secondo scienza e coscienza, in base alle evidenze scientifiche. La Legge Finanziaria 2007 (al comma796, lettera Z), ha abrogato questa disposizione di legge in base alla quale per 9 anni i medici hanno potuto prescrivere farmaci di cui esisteva un razionale d’impiego scientificamente testato, ma ignorato dalle commissioni ministeriali, eliminando la libertà e autonomia del medico sia come ricercatore che come clinico, e impedendo così la valorizzazione e il trasferimento nella terapia medica della ricerca scientifica.
Giuseppe di Bella per Dionidream DA dionidream.com
In Italia la lottizzazione politica della sanità si estende dal portantino al primario, essendo ogni ASL un centro di potere, una riserva di voti di scambio, clientelari, di consistenti fatturati.
LE MULTINAZIONALI MANIPOLANO LA SANITA’
I rapporti con le multinazionali sono sempre più stretti. Uno degli aspetti globali più gravi è l’ormai noto e da più parti denunciato meccanismo con cui viene chiaramente manipolato dalle multinazionali l’Impact Factor (criterio di valutazione di una rivista scientifica , paragonabile al rating in finanza). Con queste stesse finalità è stata creata, un’entità dogmatica sovranazionale, la cosiddetta “Comunità scientifica”. E’ sufficiente leggere le dichiarazioni del Nobel per la medicina Scheckman, su riviste scientifiche ai primissimi posti dall’Impact Factor, come Science, ecc, egli… dichiara che “la ricerca in campo scientifico non è affatto libera ma in mano ad una cerchia ristretta” la cosiddetta “Comunità scientifica”
ALMENO IL 50% DEI DATI MEDICI E’ CORROTTO
Il riferimento delle istituzionali sanitarie alla tanto celebrata “Comunità scientifica” è continuo, essa pontifica con giudizio infallibile, ma è ormai talmente inquinata, da aver falsificato almeno il 50% del dato scientifico. Questa realtà, è stata documentata da Richard Horton, caporedattore del Lancet, una delle più prestigiose riviste mondiali di medicina, che ha dichiarato: “Gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può essere dichiarata semplicemente falsa. La scienza ha preso una direzione verso il buio.”.
Anche Marcia Angell, per 20 anni caporedattore di un’altra delle massime testate scientifiche internazionali, il New England Medical Journal (NEMJ), ha dichiarato: “Semplicemente, non è più possibile credere a gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata“.
Una dichiarazione da valutare con la massima attenzione, per la competenza, l’esperienza e la cultura, il livello scientifico della Prof Angel, che come Il Prof Horton, per anni ha revisionato la letteratura scientifica internazionale. Premi Nobel e caporedattori delle massime testate medico scientifiche mondiali non sono complottisti, ma le rare, forse ultime, voci che all’onestà intellettuale associano una grande cultura e rilevanti meriti scientifici.
LE EVIDENZE SCIENTIFICHE CHE NON ARRICCHISCONO NON SONO PUBBLICATE
Una rilevante quantità di evidenze scientifiche, cioè di dati scientifici definitivamente acquisiti, certificati, incontestabili, non sono trasferiti nella clinica, non sono inseriti nei “prontuari”, nelle “linee guida”, nei “protocolli”. Per questo, malgrado una vastissima e autorevole letteratura dimostri quanto la proliferazione cellulare tumorale sia strettamente dipendente dall’interazione tra PRL (Prolattina) eGH (ormone della crescita), e da fattori di crescita GH dipendenti, né il suo antidoto naturale, la Somatostatina, né gli inibitori prolattinici, sono inseriti come antitumorali nei prontuari, in quanto produrrebbero se non un crollo, un grave ridimensionamento dei fatturati oncologici.
Numerosi e documentati studi certificano l’efficacia antitumorale dellasomatostatina, in sinergismo con inibitori prolattinici, e altri componenti del Metodo Di Bella come Melatonina, soluzione di Retinoidi in Vitamina E ,evitamina D3, che hanno un ruolo ed un’efficacia determinante e documentata nella terapia e in quella prevenzione dei tumori che non sanno e/o non vogliono attuare.
IL MEDICO E’ OBBLIGATO A SOTTOSTARE AL NUOVO REGOLAMENTO
Il programma di azzeramento della libertà del medico di prescrivere secondo le evidenze scientifiche sta ormai rapidamente concludendosi, come chiaramente evidenziato dal nuovo codice deontologico che blocca definitivamente la libertà di prescrivere secondo scienza e coscienza, penalizza gravemente ogni medico che non si attenga scrupolosamente ai loro dictat terapeutici, indipendentemente dai risultati ottenuti sul paziente, dando ampie coperture medico legali ai medici responsabili di eventi anche gravi, fino alla morte, se questi medici si sono attenuti al prontuario. Essendo ormai evidente questo disegno, stanno manifestandosi le prime reazioni: alcuni ordini dei medici, tra cui quello di Bologna, hanno respinto e contestato questa umiliazione della dignità del medico, e il sovvertimento del millenario codice etico di comportamento del medico. Questo disegno è completato dalla fine programmata della libertà di ricerca scientifica, codificata nel decreto legge N° 158 del 13 sett. 2012 e nella legge N° 189 del 8 nov. 2012.
E’ FINITA LA LIBERTA’ DI CURA E DI RICERCA
Sono previste gravissime sanzioni disciplinari e pecuniarie ai ricercatori che, come il Prof. Di Bella, senza il benestare di comitati etici, intraprendano studi clinici e ricerche scientifiche, anche se in autonomia e autofinanziati. In pratica con questi decreti è finita la libertà non solo di cura ma di ricerca. Hanno creato le condizioni per cui solo le multinazionali saranno autorizzare a finanziare studi clinici finalizzati alla registrazione di farmaci con procedure di cui si conoscono e sono stati denunciati gli espedienti e trucchi statistici per arrivare comunque alla registrazione e relativo fatturato (vedi denunce dei Prof Angell , Horton,e del Nobel Scheckmann ).
I progressi ottenuti dal Prof. Di Bella nella cura dei tumori conosciuti dal pubblico, avevano portato nel 1997 e 98, ad una mobilitazione della gente. Sotto la pressione dell’opinione pubblica nel 1998, fu approvata la cosiddetta “legge Di Bella” (articolo 3, comma 2 D.L. n. 17 del 23 febbraio 98, conv. con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94), che consentiva al medico di prescrivere al di fuori dei vincoli burocratici ministeriali secondo scienza e coscienza, in base alle evidenze scientifiche. La Legge Finanziaria 2007 (al comma796, lettera Z), ha abrogato questa disposizione di legge in base alla quale per 9 anni i medici hanno potuto prescrivere farmaci di cui esisteva un razionale d’impiego scientificamente testato, ma ignorato dalle commissioni ministeriali, eliminando la libertà e autonomia del medico sia come ricercatore che come clinico, e impedendo così la valorizzazione e il trasferimento nella terapia medica della ricerca scientifica.
Giuseppe di Bella per Dionidream DA dionidream.com
Gli Usa approvano il super salmone modificato geneticamente. Con il TTIP, lo mangeremo tutti.

Il salmone AquAdvantage è un Salmone Atlantico modificato geneticamente perché cresca due volte più velocemente rispetto agli altri suoi simili. Nella catena del dna del salmone AquAdvantage sono stati inseriti piccoli pezzi di dna che codificano il gene responsabile dell’ormone della crescita del Salmone Reale.
Ma non è finita: siccome il salmone atlantico produce l’ormone della crescita solo alcuni mesi all’anno, AquaBounty (la società produttrice) ha innestato nel dna dell’AquAdvantage frammenti ancora più minuscoli di dna di Zoarcidae (Ocean Pout), che consentono al gene del Salmone Reale di prodursi anche in acque la cui temperatura è prossima allo zero. In questo modo, la nuova chimera può sopravvivere in situazioni ambientali difficili e, soprattutto, continuare a crescere tutto l’anno.
“I produttori dicono di poter produrre un salmone in 24/30 settimane. Noi possiamo farlo in 18“, dice Ron Stotish, alla guida di AquaBounty.
Secondo alcuni esperti come Michael Hansen, tuttavia, i salmoni geneticamente modificati potrebbero condurre a reazioni allergiche. Inoltre, se dovessero in qualche maniera finire in libertà, potrebbero causare inquinamento genetico e avere effetti dannosi sulla popolazione naturale di salmoni. Gli ingegneri genetici sottolineanche che i pesci creati in laboratorio sono tutti femmine e sterili. Esattamente come in Jurassic Park, dove tuttavia l’esito finale è stato piuttosto disastroso.
Il cosiddetto Frankenfhish, ovvero il super salmone, geneticamente modificato, della AquaBounty, vicino a un salmone naturale.
In ogni caso, è notizia di oggi che la Food and Drug Administration haapprovato il salmone geneticamente modificato. E’ il primo animale alterato geneticamente, in maniera così massiccia, ad essere ammesso al consumo umano negli Stati Uniti.
E quando il TTIP, il gigantesco trattato commerciale tra Usa e Ue che è in fase di negoziazione finale, a porte chiuse, sarà approvato, il rischio è che sulle nostre tavole compaiano anche il salmone AquAdvantage e altre chimere. Oltretutto, senza garanzia di poter ottenere un’etichettatura esaustiva, come sta accadendo con il TPP (l’omologo trattato negoziato sul lato del Pacifico). Senza che, giuridicamente, vi sia modo di opporsi. A meno che lo Stato italiano non sia disposto a sopportare una causa di risarcimento miliardaria da aziende come la AquAdvantage.
FONTE
Incredibile! Dal 13 Dicembre sparisce l’origine dei prodotti dalle etichette!!!

Dal 13 dicembre un regolamento della Ue toglie l’obbligo di indicare sulle confezioni lo stabilimento di lavorazione degli alimenti. Un regalo alle multinazionali. Che rischia di danneggiare le aziende nostrane. E di aiutare i cloni del made in Italy
Dal 13 Dicembre le etichette degli alimentari saranno ancora meno chiare di quanto non lo siano già. L’Europa toglie l’obbligo di indicare sulle confezione persino lo stabilimento di lavorazione dei prodotti.
Per i consumatori sarà praticamente impossibile riuscire a capire l’origine dei prodotti che finiranno sulle loro tavole.
Già oggi la normativa fa acqua da tutte le parti, le etichette non sono chiare, e anzi, spesso il packaging induce in errore i consumatori, come nel caso, evidenziato da un’ottimo servizio delle Iene di cui abbiamo parlato nelle settimane scorse, del pomodoro cinese, coltivato in Cina, dove le leggi consentono l’uso di pesticidi proibiti in Europa, ed importato, sotto forma di “concentrato” da aziende italiane ed europee, che lo pongono sul mercato facendo credere che si tratta di un prodotto nazionale.
Molte associazioni di consumatori, oltre che medici, nutrizionisti, e tutte le persone dotate di un briciolo di buon senso, più volte hanno chiesto un’etichettatura più chiara, precisa, che indicasse non solo dove il prodotto viene confezionato, ma anche dove è stato prodotto, e tutti gli eventuali “passaggi di mano”. La cosiddetta “tracciabilità”. Ebbene, l’Europa ha deciso di andare nella direzione OPPOSTA.
Anziché mettere i consumatori nelle condizioni di poter effettuare scelte ponderate e consapevoli, fanno in modo che questo sia impossibile. E oltre ad essere un danno per la salute pubblica, è un danno anche per il made in Italy, molto apprezzato in tutto il mondo, e per le aziende che lavorano di qualità.
Questo sistema premia e incentiva le aziende, come quelle delservizio delle Iene citato sopra, che ricercano e importano i prodotti peggiori, quelli che costano meno, anche avariato.
Da evidenziare anche il silenzio assoluto della nostra classe politica, da sinistra a destra, nessuno si oppone a questa legge assurda, che va contro gli interessi e la salute pubblica, oltre che la volontà popolare, ed il buon senso.
Nell’articolo Il cibo ormai è veleno: signori, è uno sterminio di massa! Presto 1 su 2 si ammalerà di cancro! evidenziavo l’esigenza di effettuare scelte alimentari consapevoli, dato che la maggioranza dei prodotti che troviamo negli scaffali dei supermercati sono, a vario titolo, praticamente velenosi. O per gli ingredienti insalubri largamente impiegati – per esempio l’olio di palma, che ormai è praticamente ovunque – oppure per “additivi esterni”, dai pesticidi che si trovano negli ortaggi, agli ormoni e agli antibiotici che spesso si trovano nelle carni, fino a conservanti, coloranti, edulcoranti, dolcificanti, insaporitori vari, che favoriscono l’insorgenza del cancro. Non certo dopo pochi anni, gli effetti si vedono dopo decenni, ma arrivano inesorabili, e a dirlo sono i numeri. Poi che ci sia chi mangia male e fuma e arriva a 80 anni, e chi muore prematuramente nonostante conduca una vita sana, non cambia la realtà dei fatti. Il cancro, che in passato colpiva 1 persona su 50, poi 1 su 20, presto colpirà la metà della popolazione, nel corso della vita.
Sull’alimentazione c’è poca informazione, da parte dei mass media, mentre sul web è ampia ed in crescita la comunità dei blogger e dei lettori che affrontano il tema, e cercano di migliorare le proprie abitudini alimentari. Ma da parte delle istituzioni, sia nazionali che europee, non c’è nessun “aiuto”, al contrario come potete vedere, si incentivano scelte malsane con leggi assurde.
Veritanwo
Dal 13 Dicembre le etichette degli alimentari saranno ancora meno chiare di quanto non lo siano già. L’Europa toglie l’obbligo di indicare sulle confezione persino lo stabilimento di lavorazione dei prodotti.
Per i consumatori sarà praticamente impossibile riuscire a capire l’origine dei prodotti che finiranno sulle loro tavole.
Già oggi la normativa fa acqua da tutte le parti, le etichette non sono chiare, e anzi, spesso il packaging induce in errore i consumatori, come nel caso, evidenziato da un’ottimo servizio delle Iene di cui abbiamo parlato nelle settimane scorse, del pomodoro cinese, coltivato in Cina, dove le leggi consentono l’uso di pesticidi proibiti in Europa, ed importato, sotto forma di “concentrato” da aziende italiane ed europee, che lo pongono sul mercato facendo credere che si tratta di un prodotto nazionale.
Molte associazioni di consumatori, oltre che medici, nutrizionisti, e tutte le persone dotate di un briciolo di buon senso, più volte hanno chiesto un’etichettatura più chiara, precisa, che indicasse non solo dove il prodotto viene confezionato, ma anche dove è stato prodotto, e tutti gli eventuali “passaggi di mano”. La cosiddetta “tracciabilità”. Ebbene, l’Europa ha deciso di andare nella direzione OPPOSTA.
Anziché mettere i consumatori nelle condizioni di poter effettuare scelte ponderate e consapevoli, fanno in modo che questo sia impossibile. E oltre ad essere un danno per la salute pubblica, è un danno anche per il made in Italy, molto apprezzato in tutto il mondo, e per le aziende che lavorano di qualità.
Questo sistema premia e incentiva le aziende, come quelle delservizio delle Iene citato sopra, che ricercano e importano i prodotti peggiori, quelli che costano meno, anche avariato.
Da evidenziare anche il silenzio assoluto della nostra classe politica, da sinistra a destra, nessuno si oppone a questa legge assurda, che va contro gli interessi e la salute pubblica, oltre che la volontà popolare, ed il buon senso.
Nell’articolo Il cibo ormai è veleno: signori, è uno sterminio di massa! Presto 1 su 2 si ammalerà di cancro! evidenziavo l’esigenza di effettuare scelte alimentari consapevoli, dato che la maggioranza dei prodotti che troviamo negli scaffali dei supermercati sono, a vario titolo, praticamente velenosi. O per gli ingredienti insalubri largamente impiegati – per esempio l’olio di palma, che ormai è praticamente ovunque – oppure per “additivi esterni”, dai pesticidi che si trovano negli ortaggi, agli ormoni e agli antibiotici che spesso si trovano nelle carni, fino a conservanti, coloranti, edulcoranti, dolcificanti, insaporitori vari, che favoriscono l’insorgenza del cancro. Non certo dopo pochi anni, gli effetti si vedono dopo decenni, ma arrivano inesorabili, e a dirlo sono i numeri. Poi che ci sia chi mangia male e fuma e arriva a 80 anni, e chi muore prematuramente nonostante conduca una vita sana, non cambia la realtà dei fatti. Il cancro, che in passato colpiva 1 persona su 50, poi 1 su 20, presto colpirà la metà della popolazione, nel corso della vita.
Sull’alimentazione c’è poca informazione, da parte dei mass media, mentre sul web è ampia ed in crescita la comunità dei blogger e dei lettori che affrontano il tema, e cercano di migliorare le proprie abitudini alimentari. Ma da parte delle istituzioni, sia nazionali che europee, non c’è nessun “aiuto”, al contrario come potete vedere, si incentivano scelte malsane con leggi assurde.
Veritanwo
sabato 14 novembre 2015
Il mistero della Foresta Storta: perché gli alberi sono tutti curvi?

ROMA – In un piccolo angolo della Polonia occidentale, nei pressi della città di Gryfino, si trova uno dei più grandi misteri della botanica.
Si tratta di una foresta, la cosiddetta Foresta Storta, un luogo incantato dove gli alberi hanno la strana caratteristica di essere tutti curvi nello stesso verso.
Questo piccolo appezzamento di verde ricopre circa 30 ettari di terreno, dove troneggiano 400 pini, i cui tronchi sono tutti ripiegati a formare una “C” e disposti nello stesso verso.
Una foresta veramente incantata, che ancora non trova una speigazione scientifica definitiva alla sua stravagante conformazione.
Ogni albero ha la stessa curvatura inquietante, ma nonostante inizino piegati, tutti tronchi crescono verso l’alto, apparentemente non ostacolati dalle loro curve misteriose.

La foresta storta ha circa 80 anni.
Si ipotizza che i primi pini furono piantati negli anni ’30, e che all’inizio la loro crescita fosse normale.
Fu solo quando raggiunsero i 7-10 anni che il loro tronco cominciò a deformarsi.
Alcuni esperti ritengono che gli alberi siano cresciuti in questo modo perché soggetti a qualche tipo di danno alla cima e lungo alcuni rami laterali.

LE TEORIE
Il portale generazioneweb.net riporta alcune affascinanti spiegazioni sul misterioso caso della Foresta Storta.
1. La deformazione del terreno
Mentre le temperature più fredde pervadono l’area, l’umidità nel terreno gela e si espande, spostando il terreno e le piante cresciute in esso, poi durante la parte più calda della giornata, si scioglie e si ritrae.
Così i giovani alberi possono essere spostati e piegati in angoli fino a 90°contro il suolo, come se fossero caduti.
2. In cerca di luce
Per qualche causa, non riuscivano a captare la luce del sole crescendo in modo normale. Facciamo riferimento ai girasoli che cambiano la loro posizione per assorbire i raggi solari.
Questo fenomeno avviene di solito in zone collinari.
3. Alberi curvi e crop circles
L’Inghilterra ha la più numerosa frequenza di tali “fenomeni alieni” che produce cambiamenti biologici sulle zone colpite.
I modelli dei cerchi nel grano al di là di ogni eventuale parodia, sono stati vigorosamente esaminati e si è evinto che le piante sono realmente piegate, non essendo né spezzate né tantomeno morte.
4. Fluttuazioni della gravità
C’è un posto ben documentato negli Stati Uniti, in Oregon, dove la gravità non è verticale, ma in un angolo.
Gli alberi crescono in modo anomalo curvati ad angolo.
Forse questo posto, in Polonia, ha avuto una simile anomalia gravitazionale quando gli alberi erano giovani.
5. La battaglia del 1945
Nell’area si provò a forzare il fiume Oder, ultimo grande ostacolo sulla strada di Berlino, solo 100 km di distanza.
Un’unità di carri armati sovietici, fu guidata attraverso la foresta storta sopra i giovani pini.
Neve e fango li tennero in vita, in seguito ricominciarono a crescere.
Ma alcuni sostengono che queste conifere non siano datate 1930, ma siano piante molto più giovani a crescita rapida.
Si evince che persino questa teoria divulgata da un abitante di Gryfino non sia veritiera, poiché le conifere in questione, essendo molto più giovani dei 65 anni non potevano essere state soggette all’attraversamento dei carri armati.
IPOTESI FINALE
Nonostante il fascino di queste ipotesi, alla fine quella più plausibile è anche la più evidente e noiosa (avete presente il famoso rasoio di Occam?).
Secondo l’idea più accettata le curve sono di origine antropica.
Ciò avrebbe senso dato che gli alberi sono molto consistenti.
Il suggerimento è che nel corso del 1930, gli agricoltori locali piantarono e manipolati gli alberi per l’utilizzo finale come materiale da costruzione, per esempio per i mobili o, più probabilmente, la costruzione della nave.

L’invasione della Polonia durante la Seconda guerra mondiale avrebbe probabilmente interrotto questa attività, impedendo ai contadini di essere in grado di finire il lavoro, lasciando così questa peculiare foresta che vediamo ancora oggi.
Fonte: http://www.diregiovani.it/rubriche/fotogallery/45619-foresta-storta-mistero-alberi-curvi-polonia.dg
Il Vaticano sa di investimenti dello IOR per fabbricare ARMI -

Proprio la banca vaticana figura come secondo maggior azionista del gruppo Beretta Holding SpA.
Lo IOR (L’Istituto per le Opere di Religione), vale a dire la Banca Vaticana, sarebbe il secondo maggior azionista del più grande produttore d’armi italiano. la notizia è stata divulgata dal blog “I Segreti della Casta di Montecitorio” che scrive:

“Pochi sanno infatti che la Fabbrica d’armi Pietro Beretta spa (tra le più grandi industrie di armi al mondo) è controllata dal gruppo Beretta Holding SpA e il maggior azionista del gruppo Beretta Holding SpA, dopo Ugo Gussalli Beretta, è clamorosamente lo IOR (L’Istituto per le Opere di Religione) la banca del Vaticano!”
La notizia trova conferma anche sul quotidiano “Cronache Laiche“, testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma.
Fonte: cadoinpiedi.it
- See more at: http://ilsapereepotere.blogspot.it/2015/11/il-vaticano-sa-di-investimenti-dello.html#moreECCO CHI HA DECISO LA FAME NEL MONDO: CONTROLLA IL NOSTRO CIBO E CI TRATTA COME POLLI D’ALLEVAMENTO
Articolo estratto dal libro “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè” di Enrico Caldari.
Che ci crediate o meno, il cibo è uno degli strumenti di controllo più potenti del Sistema, a livello economico e politico. C’è quindi qualcuno che ha interesse a decidere «se», «come» e «quanto» cibo farci arrivare.
È attraverso la scarsità di una risorsa che è possibile controllare chi quella risorsa fa fatica a procurarsela. E così il nostro sistema si basa sulla scarsità. Scarsità di denaro, scarsità di cibo. Il controllo della società attraverso la scarsità è un modello socio-economico-politico teorizzato da Henry Kissinger, ex consigliere del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti (carica che ha ricoperto dal 1969 al 1977) e premio Nobel per la Pace nel 1973 (e bisognerebbe aprire una parentesi sui legami tra le commissioni per i premi Nobel e il Sistema stesso, dato che oltre a Kissinger, anche Obama pare ne abbia vinto uno sempre per la pace…).
Una delle frasi più celebri di Kissinger è: «Control oil, and you control nations».
Controlla il petrolio e controllerai le nazioni.
Vi dice nulla questa frase, alla luce della politica estera adottata dagli Stati Uniti?
Ma c’è una frase meno celebre, ma ancora più scioccante dello stesso Kissinger, che dice: «Control food, and you control the people».
Controlla il cibo, e controllerai le persone.
E come si può controllare il cibo? La risposta è duplice: controllando la terra e controllando i semi. Vediamo come.
Land Grabbing è il titolo di un libro scritto dal giornalista d’inchiesta Stefano Liberti che espone uno dei fenomeni più recenti della nostra economia: l’accaparramento di terre. Cosa significa accaparrarsi le terre? Vuol dire impossessarsi fisicamente di un’estensione più o meno grande di terreno, al fine di sfruttarlo per la coltivazione. Questo mercato ha cominciato a svilupparsi e crescere in modo impressionante negli ultimi anni, proprio quando il mercato finanziario stava subendo un momento di crisi e aveva bisogno di nuovi business. Il «landgrabbing» sta coinvolgendo molti investitori privati (le banche in primis!) ma anche istituzionali, tra cui addirittura alcuni Stati che hanno insufficienti terre coltivabili all’interno dei propri confini nazionali per garantire approvvigionamento alimentare a tutta la propria popolazione.
Quali terre sono soggette all’accaparramento? Di certo non quelle europee né quelle degli altri paesi già industrializzati. Le terre oggetto di questo fenomeno sono quelle dei paesi del Terzo Mondo, come quelli africani. Lì è pieno di campi da coltivare, magari attualmente occupati da qualche tribù di contadini che non hanno nemmeno un atto di proprietà per rivendicarne il possesso o il diritto a occuparli. E allora per il rappresentante istituzionale di uno stato occidentale che si presenta in giacca e cravatta diventa facile stringere un accordo commerciale con i politici dello stato africano in questione: con cifre irrisorie e in poco tempo ci si accaparra letteralmente l’esclusiva di sfruttamento di un terreno per la durata di decenni.
Volete qualche esempio?
Guardiamo il caso della Daewoo. La Daewoo è una multinazionale coreana impegnata in attività di diverso genere, tra le quali, ad esempio, la produzione di automobili e di navi e la realizzazione di prodotti elettronici e di precisione per l’industria. Nel 2008 l’azienda coreana firmò un accordo con il governo del Madagascar secondo il quale la stessa Daewoo avrebbe acquisito l’esclusiva di sfruttamento di 1,3 milioni di ettari di terra presenti nell’isola africana per i successivi 99 anni. Considerando che in Madagascar il totale delle terre coltivabili ammonta a 2,5 milioni di ettari, significa che la Daewoo si era aggiudicata la gestione di più della metà della terra coltivabile sull’isola!
E come avrebbe dovuto utilizzare quelle terre, la Daewoo? Secondo l’accordo siglato dalle due parti, quelle terre sarebbero dovute diventare monocolture intensive di cibo e di biocarburante.
«A quale prezzo?», vi chiederete voi ora.
A meno di 3 dollari all’ettaro all’anno. Per un periodo di 99 anni!
E con quali garanzie? Solo una: quella di costruirvi anche delle infrastrutture che contribuissero al progresso tecnologico dell’isola: costruzione di porti, autostrade, impianti di irrigazione, linee elettriche, scuole, ospedali (oltre a quella di fornire chissà quali vantaggi o favori ai politici locali…).
C’è poi un secondo modo per controllare la produzione di cibo.
Infatti, se io non posso acquistare la terra di un contadino, come posso fare per controllarlo ugualmente?Controllo quello che lui coltiva!
Ogni anno il contadino deve piantare le sementi da cui far crescere cereali, verdure e ortaggi. Nell’immaginario comune, quando le sue piante avranno dato i propri frutti, l’agricoltore conserverà alcuni dei semi per poterli ripiantare l’anno successivo.
Ma come funziona oggi il mercato dei semi?
Rispecchia ancora questo schema naturale vecchio di millenni? Non più.
Oggi le aziende produttrici di sementi hanno creato piante in grado di fruttificare una sola volta. Tali piantine daranno sì frutti o verdure buone, ma i cui semi non sono fertili, perciò inutilizzabili ai fini di una nuova semina. L’anno successivo, perciò, il contadino che aveva acquistato quella determinata pianta sarà costretto a ritornare a comprare altre piantine.
E se al posto della piantina il contadino comprasse semi, la situazione sarebbe sempre di dipendenza. Quei semi produrranno per un solo anno, e poi saranno sterili.
Oggi il mercato dei semi a livello mondiale è dominato da tre società, che insieme detengono il 53% del totale del mercato: Monsanto (che da sola detiene circa il 27% del mercato), Dupont e Syngenta (quest’ultima è uno spin-off di Novartis, la multinazionale svizzera produttrice di farmaci…).
Ma da dove nasce tutto questo? Come hanno fatto queste aziende ad affermarsi e a imporre il loro mercato di semi brevettati e sterili?
Nel 1994, durante un incontro del WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, su pressione degli Stati Uniti venne fatta approvare una norma per la quale si sarebbero potuti brevettare anche gli organismi viventi. Cosa significa? Significa che, da quella data in poi, le aziende avrebbero potuto creare semi ibridi o geneticamente modificati e poi brevettarli: i loro semi, coperti da brevetto, non si sarebbero più potuti piantare senza l’autorizzazione della stessa azienda proprietaria del seme.
Da quel momento, quindi, i contadini sono stati costretti a comprare annualmente i semi da piantare. Ma c’è di più. Per ogni seme brevettato, le aziende vendono in abbinamento i propri fertilizzanti o pesticidi, senza l’uso dei quali i loro semi difficilmente potranno essere produttivi. Per intenderci, un agricoltore che decide di piantare un seme Monsanto non può usare un fertilizzante Dupont: rischia di uccidere il seme. Dovrà usare il fertilizzante Monsanto, e per farlo deve firmare un contratto assai vincolante, che lo sottopone a diversi controlli e lo obbliga a ricomprare i semi di anno in anno.
L’idea di abbinare i fertilizzanti e i pesticidi ai semi brevettati trae origine dall’azienda Monsanto. Prima degli anni 1970 la multinazionale statunitense faceva tutt’altro che sementi: produceva prodotti chimici, tra cui il famoso Agente Arancio che, durante la guerra in Vietnam, serviva a distruggere tutta la vegetazione dietro la quale i vietcong si mimetizzavano per infliggere dolorose imboscate all’esercito statunitense.
Quando poi la guerra in Vietnam giunse al termine, con la delusione di tutto il popolo statunitense per le grandi energie impiegate e le perdite subite, la Monsanto capì che il mercato bellico si era di molto ridimensionato e dovette cercarsi un altro settore per creare un nuovo business. Lo trovò nel mercato agricolo, dapprima con i fertilizzanti, e successivamente con le sementi ibride e geneticamente modificate.
Fonte: metodorqi.blogspot.it
lunedì 9 novembre 2015
Il peperone di Sygenta, un altro passo verso la schiavitù alimentare
L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso alla multinazionale Sygenta il brevetto su un peperone senza semi. Voi direte: è ogm, si sa che questo accade! Invece no: questo peperone non è modificato geneticamente. E’ un peperone e basta, ma diventa proprietà di Sygenta. La situazione è già sfuggita di mano...
L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso al gigante sementiero Sygenta il brevetto su un peperone che potrà essere venduto come prodotto fresco, tagliato o lavorato, per esempio in scatola (EP 2 166 833 B1). Il brevetto copre la pianta, la coltivazione, il raccolto e le sementi. Il peperone è pensato per non contenere semi all’interno e non vengono utilizzate tecniche di ingegneria genetica. La legge europea sui brevetti proibisce però che sulle tecniche di coltura convenzionali vengono apposti brevetti. Quindi? Quindi nulla: l’ufficio brevetti europeo continua a concederli! La ragione? L’ufficio trae il proprio sostentamento e il proprio guadagno dai compensi per i servizi resi quando esamina richieste di brevetti e autorizza pratiche.
“Passo dopo passo, brevetto dopo brevetto, i giganti sementieri stanno prendendo il controllo del nostro cibo. Non passerà molto tempo e dovremo chiedere il permesso di tagliare un peperone” ha detto Christoph Then della coalizione No Patents on Seeds!. “Syngenta può così impedire a chiunque di coltivare e raccogliere quel peperone, di venderlo come cibo o usarlo per ulteriori coltivazioni. Se la privatizzazione dell’acqua sta sollevando grandissima preoccupazione, ricordiamoci che anche la privatizzazione del cibo può renderci schiavi. C’è bisogno di una chiara risposta politica”.
Attualmente la Commissione Europea ha attivo un gruppo di lavoro che sta discutendo proprio dei brevetti sulle tecniche colturali convenzionali; ma è oltre un anno che il gruppo discute e intanto i brevetti aumentano. In tanti sono scettici sull’impegno reale della UE a frenare il fenomeno. I governi degli Stati membri potrebbero agire direttamente attraverso quello che si chiamaAdministrative Council dell’EPO, l’ufficio brevetti europeo, in quanto agisce come ente supervisore.
“Dobbiamo rafforzare i divieti esistenti, la legge che vieta i brevetti sulle piante e sui metodi di coltivazione convenzionali va rispettata” ha detto François Meienberg del The Berne Declaration. “Ma i governi degli Stati non dovrebbero aspettare oltre per intervenire, poichè l’EPO sta concedendo brevetti ogni giorno”.
L’appello a frenare il fenomeno, lanciato da No Patents on Seeds!, è sostenuto da centinaia di organizzazioni in Europa, tra cui Bionext (Olanda), The Berne Declaration (Svizzera), GeneWatch (Inghilterra), Greenpeace, Misereor (Germania), Development Fund (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) and Swissaid (Svizzera).
Fonte: Il Cambiamento
VERGOGNOSO – Ecco l’elenco delle accise sui carburanti
NON PASSA GIORNO CHE IL PREZZO DEL PETROLIO SEGNI NUOVI RECORD. Tali notizie non possono che farci preoccupare ed arrabbiare un po’, MA ormai sappiamo tutti che i rincari sono legati prevalentemente alle elevate quotazioni del greggio. Quello che forse non sappiamo – molto bene – è che sul prezzo in Italia pesano “tasse misteriose” che resistono da oltre 70 anni e che il nostro caro Paese continua a farci pagare. Vediamo quali sono questi costi che gravano sugli automobilisti. Il prezzo complessivo è composto da varie voci: dal costo del prodotto raffinato, il trasporto primario, il costo di stoccaggio, le varie spese di ufficio e punto vendita, fino al margine per il gestore. Sembrerebbero molte, ma tutte queste voci – che contemplano spese e guadagni per diversi soggetti – ammontano solo al 30% del costo del carburante.
Pensate, la prima fù introdotta da Mussolini nel lontano 1935 – 1,90 lire al litro sulla benzina per finanziare la guerra di conquista dell’Abissinia. Poi nel corso degli anni ogni Governo ha deciso di imporre “balzelli” per ogni emergenza: dalla crisi di Suez (1956), al disastro del Vajont (1963), fino alle guerre in Libano e Bosnia.L’ELENCO Guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire) La crisi di Suez del 1956 (14 lire) Il disastro del Vajont del 1963 (10 lire) Alluvione di Firenze del 1966 (10 lire) Terremoto del Belice del 1968 (10 lire) Terremoto del Friuli del 1976 (99 lire) Terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire) Missione in Libano del 1983 (205 lire) Missione in Bosnia del 1996 (22 lire) Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,020 euro, ossia 39 lire) Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali (0,0073 Euro) 0,040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92 0,0089 per far fronte all’alluvione in Liguria ed in Toscana del novembre 2011 0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro per la benzina in seguito al Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 «Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici» del governo Monti.
MA non finisce qui: perché come spesso accade in Italia – abbiamo una tassa sulla tassa. Su questi 25 centesimi di euro infatti, sommati alla vera e propria imposta di fabbricazione (definita per decreti ministeriali), viene aggiunta pure l’Iva del 20%. Ma quanto guadagna lo Stato?: i conti sono facili, ogni centesimo di aumento sul carburante comporta un maggiore introito di circa 20 milioni di euro al mese per le casse dello Stato. Secondo i dati dell’Unione petrolifera nel 2007, le entrate fiscali alimentate dai prodotti petroliferi sono state superiori ai 35 miliardi (24,7 derivanti dalle accise e 10,5 dall’Iva).
Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org
Ecco la condanna a morte che ci attende. Pubblicato il testo del TPP

“Peggiore di qualunque cosa avessimo mai immaginato“. “Un atto di guerra al clima“. “Un omaggio all’agricoltura intensiva“. “Una condanna a morte per la libertà della rete“. “Il peggior incubo“. “Un disastro”
Questo è il tenore dei commenti di chi ha letto e studiato il testo del TPP, il fratello gemello del TTIP, l’accordo di libero scambio commerciale tra Usa e Ue, negoziato in segreto, di cui vi ho parlato mercoledì sera a La Gabbia.
Il TTIP fa parte di una gigantesca strategia globale degli Usa, le cosiddette “Tre T“, che comprendono anche ilTTP e il TISA. Il TTIP è l’accordo di liberalizzazione commerciale che stanno negoziando (in segreto) Usa e UE. Il Tisa (Trade in Services Agreement) è l’accordo, anche peggiore, sullaliberalizzazione dei servizi e il TPP (Trans Pacific Partnership), è l’omologo del TTIP sul fronte pacifico, che includerà 12 paesi, tra cui Singapore, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti, l’Australia, il Messico, il Giappone e il Canada. Caso vuole che in nessuno dei tre accordi siano presenti i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Caso vuole? No, in effetti non è un caso, ma esattamente lo scopo per cui le Tre T sono state create: aggirare il peso che i paesi emergenti hanno assunto nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), isolare la Cina (con la strategia militare e commerciale definita “Pivot to Asia“) e assicurare il dominio delle grandi corporation USA nell’economia mondiale.
Questi trattati sono negoziati in segreto (perché se no non glieli lasceremmo fare): per la UE ci pensa quella simpaticona indefessa adoratrice dei più stringenti principi democratici che si chiama Cecilia Malmström (la signoraio-non-rispondo-ai-cittadini). Solo le lobby hanno libero accesso al testo del negoziato. Se gli europarlamentari vogliono visionarlo, devono chiamare l’ambasciata americana, farsi dare un appuntamento che è disponibile solo due volte a settimana, in una fascia oraria di sole due ore, solo due alla volta, all’ingresso devono consegnare ogni dispositivo elettronico, firmare un impegno di riservatezza e finalmente possono avere davanti agli occhi intere sezioni di codici e codicilli legali, per due ore, senza poter prendere appunti e guardati a vista da due guardie americane. Se questo lo chiamate democrazia, fatevi visitare da uno bravo!
Lato Usa invece usano la Fast Track Negotiating Authority for Trade Agreement, che è uno strumento che consente al Presidente degli Stati Uniti d’America di negoziare trattati commerciali per i fatti suoi, e poi presentare un pacchetto fatto e finito al Congresso, che può solo approvarlo o respingerlo in toto, a maggioranza semplice, (un po’ come la nostra fiducia): i deputati USA non possono in alcun modo proporre emendamenti o fare ostruzionismo. E’ nato per consentire l’approvazione di trattati commerciali che altrimenti non avrebbero mai visto la luce, e per consentire ai deputati di votare a favore senza perdere la poltrona (negli Usa c’è il recall), dato che chi li ha eletti ne sarebbe probabilmente scontento. Figuratevi quanta democrazia ci sia anche da quelle parti: hanno creato uno strumento per fare in modo di poter votare quello che democraticamente non potrebbero! Chapeau! (e questa è la più grande democrazia del pianeta, figuriamoci le altre!).
Dunque cosa succede? Succede che il testo del TPP finalmente è stato rilasciato, dopo essere stato finalizzato dalle ultime negoziazioni di Atlanta, in Georgia. La pubblicazione dei contenuti del trattato ha così avviato il periodo di tre mesi che precede il suo atterraggio al Congresso, chiamato ad approvarlo. Ecco il testo ufficiale: TPP FINAL TABLE OF CONTENTS.
La reazione di chi ha avuto lo stomaco di leggerselo è stata questa:
“Dai leaks, aevamo saputo qualcosa sull’accordo, ma capitolo dopo capitolo la lettura del testo finale è peggiore di quello che ci aspettavamo: le richieste di 500 lobbisti che rappresentano gli interessi delle corporation sono state soddisfatte a svantaggio dell’interesse pubblico. Questo accade quando le lobby possono negoziare in privato, nell’oscurità, e i cittadini vengono tagliati fuori”.
“Il TTP è un disastro per il lavoro, per l’ambiente e per la democrazia. E’ l’ultimo passo verso la resa della nostra società alle corporation.L’enorme accordo tra 12 nazioni sulle coste del Pacifico ha meno a che fare con la vendita delle merci di quanto, piuttosto, abbia a che fare con la riscrittura delle regole dell’economia globale in favore del grande business. Esattamente come il North American Free Trade Agreement (il NAFTA), 20 anni fa, sarà una cosa ottima per i più ricchi e un disastro per chiunque altro. Il NAFTA ha radicato le disuguaglianze e causato la perdita di un milione di posti di lavoro negli USA. E il TPP non è altro che una versione del NAFTA iperpotenziata”.
“Ora che abbiamo visto il testo definitivo, viene fuori che il TTP, vero e proprio assassino dell’occupazione, è peggiore di qualunque altra cosa che sia mai stata immaginata. Questo accordo abbatterà i salari, inonderà il nostro Paese di alimenti importati e non sicuri, innalzerà i prezzi delle medicine salva-vita, e tutto questo mentre si faranno affari con paesi dove gli omosessuali e le mamme single possono essere lapidate“.
“Il testo è pieno di sussidi per le società che fanno affari sui combustibili fossili e di incredibili possibilità per queste compagnie di fare causa ai singoli governi che cercano di diminuire l’uso dei combustibili fossili. Se una provincia mette una moratoria sul fracking, le corporation possono perseguirla legalmente; se una comunità cerca di fermare una miniera di carbone, le corporation possono prevalere in punta di diritto. In breve, queste leggi minano la capacità dei singoli stati di attuare quello che gli scienziati dicono che sia la sola cosa più importante da fare per combattere la crisi climatica: abbattere i consumi di carburanti fossili”.
“E’ un accordo disegnato per proteggere il commercio libero di prodotti energeticamente sporchi come i depositi non convenzionali di catrame e bitume, depositi di carbone e gas naturale liquefatto spedito dai porti della costa occidentale. Il risultato sarà un’accelerazione dei cambiamenti climatici derivante delle emissioni di CO2 in tutto il Pacifico. Il presidente Obama ha venduto agli americani false promesse: il TTP tradisce la promessa di Obama di fare dell’accordo un trattato amico dell’ambiente”.
“Il capitolo ambientale conferma molti dei peggiori incubi dei gruppi ambientalisti e degli attivisti contro il cambiamento climatico”.
“Con le sue disposizioni che tagliano le mani agli ispettori alimentari sulle frontiere e danno più potere alle compagnie che operano nella biotecnologia, il TPP è un regalo alle grandi multinazionali del settore dell’agricoltura intensiva e del cibo biotech. Questo genere di società useranno gli accordi come il TPP per attaccare le misure di sicurezza sugli alimenti sensibili, per indebolire le possibilità di ispezionare il cibo importato e per bloccare ogni sforzo di rafforzare gli standard di sicurezza alimentare degli Stati Uniti. Innanzitutto quelli per etichettare correttamente gli alimenti OGM. Inoltre, qualunque criterio di sicurezza alimentare sull’etichettatura dei pesticidi o degli additivi che sia più elevato rispetto agli standard internazionali, potrà essere additato come unabarriera commerciale illegittima. Sotto al regime del TTP, il business dell’agricoltura intensiva e le multinazionali biotech delle sementi hanno adesso un modo più semplice per sfidare a quei paesi che vietano l’importazione di alimenti geneticamente modificati, che controllano la contaminazione OGM, che non approvano prontamente nuovi prodotti OGM o anche solo richiedono un’etichettatura adeguata”.
“Se il Congresso degli Stati Uniti firmerà questo accordo malgrado la sua sfacciata pericolosità, firmerà la condanna a morte per la rete internet aperta e metterà il futuro della libertà di opinione a repentaglio. Tra le molte sezioni del documento che destano gravi preoccupazioni, ci sono quelli relative ai marchi commerciali, ai brevetti delle case farmaceutiche, alla protezione del copyright e ai segreti commerciali. La sezione J, che riguarda gli internet service providers, è una delle sezioni peggiori che impatta sulla libertà della rete. Richiede ai fornitori di servizi internet di comportarsi come poliziotti della rete e collaborare con le richieste di oscuramento, ma non obbliga i paesi a dotarsi di un sistema di contestazione. Così, una società potrebbe ordinare a un sito web di essere oscurato in un altro paese e non ci sarebbe nessuno strumento per il proprietario del sito di confutare la legittimità della richiesta nel caso, per esempio, dei blog di critica politica che usano materiale protetto da copyright sotto il regime del fair use. La sezione J è scritta in maniera tale che gli internet service provider non saranno perseguibili per nessuno degli errori che dovessero commettere sull'oscuramento dei contenuti, incentivandoli così a “sbagliare” a favore dei detentori di copyright invece che a favore di chi esercita la libertà di opinione”.
“Anche una parte dell’opinione pubblica canadese è molto preoccupata sulle conseguenze dell’accordo commerciale sui diritti umani, sulla salute, sull’occupazione e sulla democrazia. Il Consiglio dei canadesi, un’organizzazione alla testa di un largo network impegnata nella difesa dell’equità sociale, ha chiesto formalmente al nuovo primo ministro Trudeau di organizzare una consultazione pubblica che includa un ampia analisi indipendente del testo, dal punto di vista dei diritti umani, delle conseguenze economiche e di quelle ambientali, prima di procedere oltre nella ratifica. Trudeau è sottoposto a enormi pressioni per adottare l’accordo il più presto possibile, con numerose insistenti telefonate da Barack Obama e dal presidente giapponese Shinto Abe, ma una approfondita revisione pubblica dell’accordo è necessaria prima di poter stabilire se il TPP è nell’interesse del Canada”.
State molto attenti, perché quello che c’è nel TPP è con grandissima probabilità quello che troveremo nel TTIP, quando la nostra Malmströmavrà finito di farsi i ©azzi suoi in privato con le lobby e deciderà finalmente di pubblicare un testo che poi il Parlamento Europeo sarà chiamato ad approvare. Per quella data, dobbiamo essere pronti a fargli un culo così.
Fonte: ByoBlu
http://www.informarexresistere.fr/2015/11/07/ecco-la-condanna-a-morte-che-ci-attende-pubblicato-il-testo-del-tpp/
venerdì 6 novembre 2015
EXPO fine della televendita… Ecco i dati IN ROSSO che nessuno oserà mai dirti! LEGGI

Finalmente l’ Expo è terminato… Dopo 6 lunghi mesi e 186 giorni passati a sorbirci ogni sorta di informazione sull’evento, il grande flop è finito.
Dopo mesi e mesi di elogi trasmessi persino sui Tg, questo Expo resterà solo un ricordo!
Ma per qualcuno non sarà facile dimenticare cosa c’è dietro questa finta manifestazione benefica….
Alcuni cittadini ricorderanno per molto tempo l’Expo 2015. Memorabile per molti versi, ecco alcuni dati molto interessanti che dovete assolutamente sapere:
Terreni agricoli pagati 7 volte il loro valore di mercato;
Subappalti mafiosi – presunti per ora – e commissariamenti di imprese;
Arresti a non finire, da Gianstefano Frigerio e Primo Greganti ai vertici di Infrastrutture Lombarde;
Interessi di cosche calabresi;
Ritardi causati dall’infingardia dei politici recuperati ricoprendo di denaro pubblico le imprese, per pagare turni notturni e straordinari;
Biglietti Expo abbinati alla tessera del PD (“due pacchi al prezzo di uno”)
Affidamento dell’intera ristorazione a Eataly: ottomila metri quadrati, 20 ristoranti e circa 2,2 milioni di pasti da distribuire, senza gara e a condizioni da amico (ben il 95% dei ricavi restano a Farinetti);
Consulenti di comunicazione che fatturano poche centinaia di migliaia di euro che si aggiudicano appalti per decine di milioni
Donazioni perlomeno singolari da parte di Expo, come gli 80 mila euro concessi all’associazione ecclesiale“Rinnovamento nello Spirito Santo” per la manifestazione “10 piazze per 10 comandamenti“, dall’evidente legame con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”.
Almeno 1.000 ettari di terreni agricoli cementificati per sempre: una vera cattedrale nel deserto di cui nessuno sa cosa fare
La scarsa trasparenza dell’organizzazione Expo: il bilancio consuntivo 2014 non è consultabile online (“file corrotto”, ovviamente il formato è incompatibile con quello di un normale PC) e quello previsionale 2015 non è pubblicato, anche se si parla di soldi nostri.
E infine la cosa più insopportabile: la retorica renziana sparsa a quintalate, il martellamento di TV e giornali, i dati falsi spacciati per grandi successi in stile staliniano
Il commissario Sala insieme ai colonnelli del PD celebra il successo dei 21.5 milioni di biglietti (quanti omaggio, non sappiamo). Sala: “21,5 milioni visitatori totali, abbiamo conquistato il mondo”. Peccato che lo stesso Sala 6 mesi fa dichiarava:
“Per pareggio di bilancio bisogna vendere 24 milioni di biglietti”.“Le spese di gestione di una macchina come Expo ammontano a 800 milioni di euro. Dagli sponsor abbiamo ottenuto 300 milioni: per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario vendere 24 milioni di biglietti”.
Vi diamo noi i numeri preliminari (fonte Expo).
Biglietti venduti: 21.5 milioni
Ricavo medio per biglietto: 19 euro
Ricavo totale biglietti: ca. 410 milioni
Come vedete molto probabilmente siamo ben lontani dai 500 milioni auspicati da Sala.
Non fatevi infinocchiare dalla narrativa televisiva sul grande successo di visitatori. Con un calcolo per assurdo – ma indicativo delle assurdità che ci propinano i teleimbonitori – per coprire i 14 miliardi Expo avrebbe dovuto vendere 360 milioni di biglietti a 39 euro. Una cifra surreale che rende bene l’inganno di chi parla di successo di Expo in base a 19 o 20 milioni di ingressi.
INOLTRE GIRA GIA’ LA VOCE CHE SMANTELLARE TUTTI I PADIGLIONI, RICHIEDERA’ UNO SFORO IMMANE E UNA CIFRA A DIR POCO ESORBITANTE CHE SFIORA I 70 milioni di Euro…BE POCA ROBA NO?!
http://jedasupport.altervista.org/blog/politica/expo-finitito-ma-con-i-dati-in-rosso/
FONTE: http://scenarieconomici.it/expo-2015-chiude-in-profondo-rosso-ecco-i-conti/
TRATTO DA: http://www.grandecocomero.com/expo-fiasco-conti-rosso-televendita-renzi/
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IL SUCCO DI ANANAS OTTIMO LIQUIDO DI CONTRASTO NELLE RADIOGRAFIE, MA LE CASE FARMACEUTICHE TACCIONO!
Il succo d’ananas si può usare come liquido di contrasto per le radiografie e le risonanze magnetiche, riducendo i costi di spesa sanitaria ma, soprattutto, diminuendo il rischio di controindicazioni nei pazienti che si sottopongono all’esame di imaging.
All'ospedale Sant'Orsola di Bologna, questo ingrediente alimentare, con un'applicazione inusuale, ha sostituito il liquido di contrasto ‘Lumiren’ nelle radiografie. Si tratta infatti di una tecnica ormai collaudata da circa un anno, che ha creato un risparmio economico notevole: la struttura è passata in due anni da una spesa sanitaria per i mezzi di contrasto di circa 14mila euro, a solo 380 euro. A spiegarlo è stato Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona del policlinico. Il succo d’ananas puro al 100% inoltre, rispetto al bario e allo iodio (che sono tra i mezzi di contrasto più usati), non ha controindicazioni particolari sulla salute dei pazienti. Il fatto che alcuni frutti avessero particolari proprietà di aumentare il contrasto nel caso di visite specialistiche di imaging era un fatto già noto: oltre all’ananas ad esempio, le stesse pecuiliarità di contrasto sono riscontrabili nel mirtillo nero, oltre alla mela rossa, l'uva, la mora e la barbabietola rossa. Ma a Bologna per la prima volta il succo di frutta viene sostituito completamente al farmaco classico.
http://www.ecoseven.net/benessere/news-benessere/il-succo-d-ananas-si-puo-usare-come-liquido-di-contrasto-per-le-radiografie
All'ospedale Sant'Orsola di Bologna, questo ingrediente alimentare, con un'applicazione inusuale, ha sostituito il liquido di contrasto ‘Lumiren’ nelle radiografie. Si tratta infatti di una tecnica ormai collaudata da circa un anno, che ha creato un risparmio economico notevole: la struttura è passata in due anni da una spesa sanitaria per i mezzi di contrasto di circa 14mila euro, a solo 380 euro. A spiegarlo è stato Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona del policlinico. Il succo d’ananas puro al 100% inoltre, rispetto al bario e allo iodio (che sono tra i mezzi di contrasto più usati), non ha controindicazioni particolari sulla salute dei pazienti. Il fatto che alcuni frutti avessero particolari proprietà di aumentare il contrasto nel caso di visite specialistiche di imaging era un fatto già noto: oltre all’ananas ad esempio, le stesse pecuiliarità di contrasto sono riscontrabili nel mirtillo nero, oltre alla mela rossa, l'uva, la mora e la barbabietola rossa. Ma a Bologna per la prima volta il succo di frutta viene sostituito completamente al farmaco classico.
http://www.ecoseven.net/benessere/news-benessere/il-succo-d-ananas-si-puo-usare-come-liquido-di-contrasto-per-le-radiografie
Guarda cosa succede al tuo corpo se mangi 3 grammi di zenzero

La radice dello zenzero è conosciuta per i suoi importanti benefici e per tutte quelle che sono le sue proprietà medicinali. Non per caso viene impiegato nella medicina tradizionale cinese ormai da migliaia di anni.
Lo zenzero ci aiuta a far cessare il mal di stomaco e svariate ricerche scientifiche hanno potuto verificare i suoi effetti sullo stress, le sue proprietà antiossidanti e i suoi potentissimi effetti antinfiammatori.
3 grammi di zenzero, come 3 grammi di qualsiasi altro alimento possono sembrare pochi, ma non si può dire lo stesso con lo zenzero, in quanto basta questa quantità per poterne godere dei suoi benefici.
Durante la prima ora dall’assunzione lo zenzero avrà un effetto “termico” sullo stomaco, andando ad agire sulla flora intestinale ed alleviando il dolore fisico (se questo fosse presente).
Oltretutto, entro la prima ora il nostro organismo avrà già digerito tutte le sostanze nutritive dello zenzero, e iniziato il processo di trasporto e riparazione a livello cellulare.
Durante la seconda ora si attivano nel nostro organismo le ramificazioni che sono prodotte dallo zenzero, e cominciamo ad avere i seguenti benefici:
I gingeroli contenuti in questa magica radice combattono le infiammazioni che sono presenti nel nostro corpo (in particolar modo l’artrite)
Lo zenzero blocca gli effetti della protasglandina, una sostanza che porta un’infiammazione dei vasi sanguigni del corpo e che può scatenare l’emicrania.
I composti dello zenzero alleviano i dolori mestruali
Aiuta ad alleviare i dolori gastrointestinali
Controlla le vertigini e la nausea
Combatte le cellule tumorali e aiuta a prevenire in particolar modo il cancro al colon
Come possiamo consumare 3 grammi di zenzero per poter ottenere tutti i benefici che ha letto qui sopra?
Consigliamo di preparare un infuso, facendo bollire 3 grammi di zenzero in una tazza d’acqua ed addolcendola con del miele.
http://blog.saltoquantico.org/zenzero-cura-corpo/
sabato 31 ottobre 2015
Vaccino epatite B: obbligatorio dal 1991 a seguito di una tangente e si continua a somministrare ai neonati
Le vaccinazioni obbligatorie in Italia sono 4: difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. Quanto all’epatite B, in Italia questo vaccino è obbligatorio dal maggio 1991, quando l’allora Ministro della Sanità, il poco “onorevole” De Lorenzo e l’allora responsabile del settore farmaceutico del ministero Duilio Poggiolini, intascarono dall’azienda Glaxo -SmithKline, unica produttrice del vaccino Engerix B, ben 600 milioni di lire per renderlo obbligatorio in Italia, nonostante l’assenza di sufficienti sperimentazioni.Entrambi sono stati condannati in via definitiva con sentenza della Cassazione per questo e per altri reati. Interessante un passaggio ancora attuale: “avendo percepito somme da numerose case farmaceutiche, producendo un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica, determinata dalla violazione degli obblighi di servizio riferibili a ciascuno”.
“Le maggiori imprese farmaceutiche coinvolte” – si legge in un articolo del Corriere del 20 luglio 1996
http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/20/Processate_Poggiolini_co_8_9607203270.shtml
sono Glaxo, Inverni Della Beffa, Menarini, Lepetit, Pfizer, Sigma Tau, Poli, Chiesi. Gli imprenditori farmaceutici che hanno patteggiato la pena sono 20 versando complessivamente 14 miliardi e 800 milioni a titolo di risarcimento del danno”. Nulla in confronto a quello che hanno guadagnato.
Nonostante ciò, ancora oggi non si limita l’obbligatorietà di un vaccino per anni somministrato perentoriamente ai neonati a seguito di tangenti e corruzione.
Ciò che ci chiediamo è perché mai si debbano vaccinare i bambini al 3° mese di vita – con richiamo al 5° e 11° mese – (vedi calendario vaccinale 2012-2014 Ministero della Salute) per una malattia che si trasmette esclusivamente per via sanguigna da sangue infetto o per rapporto sessuale.
I bambini nati da madri infette sono invece sottoposti al vaccino anti Epatite B già alla nascita, con i successivi richiami. Non c’è possibilità che un neonato contragga questa malattia per via trasfusionale grazie ai controlli del sangue né, naturalmente per via sessuale! Allora la domanda è ovvia: perché vaccinare i neonati per l’Epatite B??
Andrebbero finalmente considerati i gravissimi rischi derivanti da questa vaccinazione: “100 volte più grande del rischio di epatite B” ha dichiarato, già nel 1999, la dott.ssa Jane Orient, presidente dell’Associazione dei medici e chirurghi americani, che ha testimoniato davanti alla Commissione di riforma del governo ricordando i 4600 dossier che additano la sclerosi a placche, la sindrome di Guillan-Barré, il lupus eritematoso, le nevriti ottiche, le poliartriti, pericarditi, uveiti posteriori, paralisi facciali, il lichen planus, oltre all’aumento inquietante dell’asma e del diabete insulino-dipendente, riferibili alla vaccinazione.
Secondo le linee guida di prevenzione americane CDC: A Guide to Action (1997), scritte da funzionari federali della sanità pubblica presso i Centri governativi degli Stati Uniti per il controllo delle malattie (CDC), “l’infezione da epatite B nella maggior parte dei casi si origina dall’uso di droga per via endovenosa (28%), rapporti eterosessuali con persone infette o partner multipli (22%) e l’attività omosessuale (9%) “. Inoltre secondo Principi di Medicina Interna di Harrison (1994), la trasmissione da madre a figlio del virus dell’epatite B “non è comune in Nord America e Europa occidentale”, e potrebbe essere facilmente diagnosticato senza per forza intossicare tutti i nuovi nati.
FONTE: http://www.nvic.org/nvic-archives/newsletter/untoldstory.aspx
Rischi gravi causati dal vaccino per l’epatite B
Arriva dalla Francia la notizia, poi ripresa dal blog di Eugenio Serravalle che informa del nuovo studio pediatrico francese condotto dall’équipe del prof. Marc Tardieu (servizio di Neuro pediatria, Ospedale di Bicetre al Kremlin-Bicetre), e pubblicato sulla rivista Neurology, che stabilisce il rapporto tra la vaccinazione pediatrica contro l’epatite B per mezzo dell’Engerix B (GlaxoSmithKline) e il rischio di demielinizzazione del sistema nervoso, in particolare di sclerosi a placche (SEP).
Già nel 1994, Lancet (vol 344) aveva denunciato il fatto che la vaccinazione contro l’epatite B potesse produrre il riacutizzarsi o lo scatenarsi di malattie auto-immuni, come la sclerosi multipla o la sindrome di Guillan-Barré.
Un altro studio dal titolo Il vaccino contro l’Epatite B induce la morte apoptotica nelle cellule Hepa 1–6 riferisce inoltre risultati paradossali, ossia che questo vaccino – nato presumibilmente allo scopo di proteggere il fegato – è responsabile dell’uccisione delle cellule del fegato. Nello specifico questo studio ha osservato in vivo l’effetto apoptotico (morte cellulare) causato dal vaccino contro l’epatite B nel fegato di topo.
Gli autori dello studio fanno chiaramente notare che la loro preoccupazione è concentrata sull’adiuvante, idrossido di alluminio, con implicazioni di vasta portata, poiché l’alluminio è abitualmente utilizzato nei vaccini dell’infanzia.
Ma gli studi scientifici che dimostrano la gravità di questo vaccino sono tantissimi, di seguito ne riportiamo alcuni altri:
– Studio in vivo degli effetti del vaccino anti-epatite B sull’espressione dei geni, dell’infiammazione e del metabolismo. Questo studio pubblicato nel 2012 sulla rivista Mol Biol Rep e reperibile in PubMed, riferisce che “l’espressione di 144 geni nel fegato è stato profondamente modificato dopo 1 giorno della vaccinazione”.
– Vaccino contro l’epatite B e problemi al fegato nei bambini americani di età inferiore a 6 anni, 1993 e 1994. Lo studio, pubblicato nel maggio 1999 su Epidemiology stabilisce che i bambini ai quali è stata somministrata la vaccinazione per l’epatite B hanno 2,57 volte maggiori probabilità di soffrire di problemi al fegato.
– Iniezioni di idrossido di alluminio possono portare a deficit motori e degenerazione dei neuroni motori. Lo studio pubblicato nel 2009 su J Inorg Biochem.
Cassazione: Poggiolini e De Lorenzo risarciscano lo Stato per danno d’immagine
FONTE:
http://www.tuttosteopatia.it/nav/blog/b-discipline-complementari/intossicazioni-2/vaccino-epatite-b-obbligatorio-dal-1991-a-seguito-di-una-tangente-si-continua-a-somministrare-ai-neonati
- See more at: http://ilsapereepotere.blogspot.it/2015/10/vaccino-epatite-b-obbligatorio-dal-1991.html#more
SALENTO: METANODOTTI E SCORIE NUCLEARI AL POSTO DEGLI ULIVI!

di Gianni Lannes Fonte www.sulatestagiannilannes.blogspot.it
Attenzione alle menzogne di Stato e della famigerata Unione europea che impone di tagliare gli ulivi del Salento. Renzi ed Emiliano, dove sono le analisi di tutti gli alberi d’ulivo del Salento? A proposito di Xylella fastidiosa, ecco la mappa ufficiale della regione Puglia. Ufficialmente, gran parte del territorio salentino sarebbe contaminato, ma di analisi ulivo per ulivo neanche l’ombra. In realtà, a tutt’oggi, non esiste la benché minima prova scientifica. La cosiddetta “infezione” è un contagio inventato a tavolino da chi comanda. Ma per far posto a cosa? Gasdotti sicuramente, ma anche l’ennesimo cimitero di scorie nucleari nazionali, definito impropriamente deposito. Interpellato direttamente in proposito, il presidente pro tempore Michele Emiliano, tace.
Italia depredata, usata come uno zerbino e il Mezzogiorno peggio ancora come discarica, grazie al favore di chi abusivamente bivacca a Palazzo Chigi, essendo stato imposto dal Napolitano ma non votato dal “popolo sovrano”.
L’Europa impone e comanda su dettato del potere economico: addio a natura, storia, archeologia, cultura e vita a dimensione umana, in un’antica terra del Sud. I tre tracciati del metanodotto Snam che collegheranno ilTrans-Adriatic Pipeline da Melendugno allo snodo di Mesagne, attraversano i territori su cui le autorità presumono di aver rinvenuto i maggiori focolai di Xylella fastidiosa, e su cui sono previsti gli abbattimenti più massicci a Veglie, Oria e Torchiarolo. Coincidenze? Tanto basta a far sorgere documentati dubbi sugli anomali disseccamenti per far tabula rasa rapidamente. Secondo la cronaca documentale, a tutt’oggi, non è stata ancora fornita una prova scientifica sulla reale presenza della Xylella. Piuttosto, l’argomento saltò fuori nell’ottobre 2010, in occasione di un convegno internazionale in Puglia e così il TAP che rifornirà di metano l’Europa dall’Azerbaigian, sacrificando la bellezza paesaggistica dell’Italia.
Il 20 maggio 2015 il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha firmato il Decreto di Autorizzazione Unica, abilitando la costruzione e l’esercizio dell’opera, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. I lavori inizieranno entro il 16 maggio 2016 e l’operatività dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Ecco perché con il pretesto della Xylella, si addormentano più in fretta le proteste popolari, spianando le selve di ulivi plurisecolari. Il ministro Orlando nel Salento ha dichiarato: «Tap e Xylella non sono questioni da mettere sullo stesso piano».
In provincia di Lecce 11 amministrazioni comunali e 35 tra associazioni e comitati si sono già schierate con il movimento No Tap, che protesta contro la costruzione dell’impianto. Tra emissioni, condotte, tunnel e terminal, secondo uno studio preparato da un gruppo di esperti coordinati dal professor Dino Borri, ordinario del Politecnico di Bari, rischia di mettere a rischio migliaia di ulivi, l’assetto idrogeologico della costa, una spiaggia e un’oasi protetta, senza parlare dell’ecosistema che vede, tra le specie a rischio, cetacei e tartarughe caretta caretta.
Dulcis in fundo: proprio il Salento è uno dei territori prescelti (insieme alla Sardegna e al Veneto) su cui il governo Renzi, eterodiretto dall’estero,intenderebbe costruire il cimitero nazionale di rifiuti radioattivi, in palese violazione della Convenzione europea di Aarhus, ratificata in Italia con la legge 108 del 2001. Che fare? Ribellione pacifica e resistenza. Proteggere concretamente il territorio, ed organizzare uno sciopero generale per non pagare più tasse inique a questo regime di fantocci e parassiti telecomandati.
Ma torniamo ai prevalenti e dominanti interessi stranieri sul gas naturale. TAP ha la propria sede centrale a Baar, in Svizzera, e uffici operativi in tutti i paesi attraversati dal gasdotto (Grecia, Albania e Italia). Gli azionisti attuali del progetto sono la norvegese Statoil (20%), l’inglese BP (20%) l’azera SOCAR (20%), la belga Fluxys (19%), la spagnola Enagás (16%), la svizzera Axpo (5%). TAP, insieme a TANAP (Trans Anatolian Pipeline che attraverserà da Est a Ovest la Turchia) e a SCP (South Caucasus Pipeline) è una delle infrastrutture di trasporto che apriranno il Corridoio Sud del Gas, consentendo l’accesso al mercato europeo delle gigantesche riserve di gas naturale dell’area del Mar Caspio. Il gas che TAP trasporterà appartiene al Consorzio Shah Deniz II, proprietario del gas proveniente dall’omonimo giacimento offshore azerbaigiano situato nel Mar Caspio a sud di Baku.
Il progetto è stato elaborato dalla EGL, ora denominata Axpo, società attiva soprattutto nel trading di elettricità, gas e prodotti finanziari energetici, che nel 2003 iniziò uno studio di fattibilità conclusosi nel 2006 con parere positivo circa la realizzabilità tecnica, economica e ambientale del gasdotto.
Il 28 giugno 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha selezionato TAP come progetto vincente per il trasporto del gas dell’Azerbaigian in Europa preferendolo al progetto concorrente Nabucco West. Il 19 settembre 2013 Enel, Hera, Shell, E.ON, Gas Natural Fenosa, Gdf Suez, Axpo, Bulgargaz e Depa hanno firmato a Baku con il Consorzio Shah Deniz II i contratti di fornitura per la più importante vendita nella storia del gas (130 miliardi di Euro). Il 17 dicembre 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha annunciato la Decisione Finale di Investimento per sviluppare il giacimento di Shah Deniz II e gli azionisti di TAP hanno confermato la Resolution to Construct per lo sviluppo e la realizzazione del progetto Trans Adriatic Pipeline. Ovviamente nessuna autorità e multinazionale ha interpellato prima, anzi mai, i cittadini della Puglia, soprattutto del Salento.
Il gasdotto partirà da Kipoi in Grecia. Sarà lungo 870 km circa, di cui 104 km offshore nel Mar Adriatico. L’altezza massima raggiunta sarà di circa 1.800 metri sulle catene montuose dell’Albania; la profondità massima sarà di circa 820 m. Sono previste 3 stazioni di compressione lungo il percorso (2 per la fase iniziale) e il diametro del tubo sarà di 48″ (1,22m) sul tratto a terra e di 42″ (1,07m) per il tratto marino. TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, una quantità pari a quella utile per coprire il fabbisogno di 7 milioni di famiglie.
L’Unione europea riconosce a TAP un ruolo importante nel raggiungimento dell’obiettivo di politica energetica per garantire la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico nell’Europa centrale e settentrionale. La Commissione Europea, il Parlamento e il Consiglio hanno assegnato a TAP lo status di Progetto di Interesse Comune (PCI), secondo le nuove linee guida TEN-E (Trans-European Energy infrastructure).
A settembre del 2014 il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di compatibilità ambientale, superando il parere negativo espresso dalla Regione Puglia e del Ministero dei Beni Culturali. Il parere positivo del Ministero dell’Ambiente, a valle di un’approfondita analisi delle alternative di circa 50 pagine, ha confermato che il sito migliore per l’approdo del gasdotto sulle coste salentine è San Foca, per il minor impatto ambientale e paesaggistico: «Valutato pertanto, per quanto sopra riportato circa l’approfondimento delle alternative, effettuato considerando ulteriori aree di indagine e parametri di valutazione così come richiesto durante la fase istruttoria, che l’ipotesi D1 (San Foca) risulta l’alternativa migliore sotto i profili tecnico, ambientale e paesaggistico. Si evidenzia che in questa alternativa la tecnologia del microtunnel permetterà di ridurre al minimo le interferenze con la fascia litoranea (potenziali impatti sul turismo, sul paesaggio e sull’ambiente)».
Il provvedimento del ministro Guidi abilita la costruzione e l’esercizio dell’opera, sostituendo ogni altro atto formale di assenso delle altre amministrazioni intervenute nel procedimento, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. Il decreto stabilisce infatti che i lavori dovranno iniziare entro il 16 maggio 2016 e l’operatività dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Il progetto, su cui è stata espressa la compatibilità ambientale con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare dell’11 settembre 2014, ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio dei Ministri il 29 aprile scorso, dopo un esame comparativo di tutti gli interessi coinvolti. Questi ultimi consistono, da una parte nella rilevanza energetica dell’opera ai fini della diversificazione degli approvvigionamenti, nella strategicità della stessa connessa all’attuazione dell’Accordo internazionale Grecia, Albania, Italia e nell’interesse comunitario alla sua realizzazione in quanto apertura di un nuovo corridoio di approvvigionamento dell’Unione Europea, e dall’altra nella tutela di una zona territoriale di rilevante valore per gli interessi ambientali e turistici, tenuto anche conto che il progetto ha avuto una istruttoria complessa, durata alcuni anni, che ne ha vagliato in maniera approfondita la compatibilità ambientale e di sicurezza».
riferimenti:
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/06/29/15A05031/sg
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-08-29/la-commissione-nazionale-via-autorizza-gasdotto-tap-salento-151134.shtml?uuid=AB3ekXoB&refresh_ce=1http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/per-i-media/comunicati-stampa/2032759-tap-ministro-guidi-firma-decreto-autorizzazione-unica-metanodotto
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/cimitero-nucleare-ecco-dove.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/xylella-fantasma-proteste-in-puglia.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=xylella
https://www.youtube.com/watch?v=KbljdOdISrg
https://www.youtube.com/watch?v=oomUQHFp81M
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/11/15A05365/sg;jsessionid=JQpFwMFY7evRFervOLZoYw__.ntc-as3-guri2a
http://www.regioni.it/inparlamento/2015/07/01/d-m-19-06-2015-xylella-misure-di-emergenza-per-prevenzione-controllo-ed-eradicazione-411319/
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=tap
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